OGGETTO: COORDINARE UN PROGETTO DI ACCOGLIENZA NON è UN LAVORO, è MILITANZA POLITICA
Coordinare un progetto di accoglienza non è e non dovrebbe essere un lavoro.
Solo la passione può spingerti a darti da fare per 12 ore al giorno: la passione politica.
Coordinare un progetto di accoglienza significa fare politica.
Quando si affronta il tema delle migrazioni in Italia si parla di filo spinato, campi, respingimenti, clandestinità, naufragi, morti, prigioni.
Quando si scrive Riace si legge solidarietà, case, vestiti, dottori, scuole, uguaglianza.
Tutto questo lo si deve a Domenico Lucano che 15 anni fa, seguendo quello che lui stesso definisce “un moto spontaneo dell’anima”, tracciò una strada.
La strage di Lampedusa ha scatenato un’ondata di pietismo disgustoso. Il buonismo uccide, non serve la “bontà”, servono diritti. In questo caso il diritto principe, quello alla vita. I migranti sono considerati numeri, non esseri umani. I progetti di accoglienza devono servire non solo a dare una possibilità a migliaia di persone, ma anche a conquistare quei diritti che servono a molte più persone.
Solo così posso concepire quello che stiamo realizzando. Solo così posso onorarmi di collaborare con Domenico Lucano e Salvatore Fuda. Due sindaci, uno veterano che ha dato tantissimo e che tanto ha da dare, che ha osato in nome di ideali alti e che ha realizzato un’utopia, l’altro alla prima esperienza ma che non ha esitato a gettarsi in questa sfida, proponendosi di sostenere quell’utopia realizzata.
In nome di questa militanza per l’altro mondo possibile, sui buoni spesa coi quali i fratelli e le sorelle migranti accolti a Riace e a Gioiosa Ionica dalla Rete dei Comuni Solidali acquisteranno il necessario, si capirà con chiarezza da che parte stiamo.
Sul taglio da un euro è raffigurato il famoso “quarto stato” che rappresenta i lavoratori in sciopero, il proletariato che diventa consapevole dei propri diritti.
Sul taglio da due euro c’è Antonio Gramsci, fondatore del Partito Comunista e teorico dell’egemonia culturale utilizzata dalle classi dominanti per gestire il potere, e nell’ultimo decennio nessuno come i migranti ha pagato l’imposizione di un pensiero unico che li ha descritti come invasori e criminali.
Sul taglio da cinque euro c’è Vittorio Arrigoni, attivista per i diritti dei popoli oppressi come quello palestinese e che ci ha insegnato a “restare umani” nonostante la barbarie imperialista.
Dal taglio da 10 euro ci scruta Ernesto Guevara, detto El Che, rivoluzionario argentino che non ha certo bisogno di presentazioni.
Sul taglio da 20 euro ho fortemente voluto il compianto Presidente Hugo Chavez, l’ideatore di quella rivoluzione bolivariana che ha ridato dignità non al solo Venezuela ma all’intera America Latina. Sono in costante contatto con l’Ambasciata della Repubblica Bolivariana in Italia, a cui questa nostra iniziativa ha fatto molto piacere tanto da avere chiesto di potere acquisire i buoni spesa.
Infine sul taglio da 50 euro non poteva mancare Karl Marx, il più importante filosofo del novecento.
Inoltre ho il piacere di collaborare con un’equipe di lavoro estremamente professionale e competente sia a Riace che a Gioiosa Ionica e questo fa ben sperare nella buona riuscita dei progetti di accoglienza.
Un ringraziamento è doveroso a tutti coloro, operatori e volontari, che ci stanno supportando nella fase iniziale di questa esperienza, a chi ci ha donato culle e passeggini in vista nella nascita di un bambino somalo ed anche alla Cgil che attraverso Lea Marziano si è attivata per fornirci del vestiario da consegnare ai beneficiari nell’immediatezza dell’arrivo.
“Restiamo umani” e accogliamo dignitosamente chi cerca una nuova vita lontano dalla guerra e dalla miseria.
Fonte: comunicato stampa