Nigeria. Tveit: evitare che la religione venga usata per promuovere l’odio
L’arcivescovo metodista Stephen si appella alle comunità cristiane e musulmane di tutto il mondo.
Le violenze che da un mese a questa parte stanno insanguinando la Nigeria con centinaia di morti stanno scuotendo la comunità ecumenica internazionale.
“La Nigeria non può diventare un altro campo di battaglia in cui la religione è usata per promuovere la divisione e l’odio”, ha affermato il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese, pastore Olav Fykse Tveit, in una lettera inviata al presidente del Paese africano, Jonathan Goodluck.
Dopo aver espresso solidarietà cristiana alle famiglie delle vittime degli attentati, Tveit ha chiesto al presidente Goodluck di sostenere gli sforzi di pace messi in atto da cristiani e musulmani in Nigeria esortando allo stesso tempo i fedeli delle due comunità in tutto il mondo a pregare per i propri fratelli e le proprie sorelle in fede impegnati nella costruzione di una società pacifica.
Un appello alle comunità religiose cristiane e musulmane internazionali è stato lanciato anche dall’arcivescovo metodista nigeriano di Ibadan, Michael Kehinde Stephen. “E’ dal 1999 che il Consiglio interreligioso nigeriano si prodiga nel calmare gli animi e nel condannare gli attacchi a chiese e moschee. Questa volta, tuttavia, da soli possiamo fare poco”, ha detto Stephen.
Secondo l’esponente metodista, gli attacchi del gruppo estremista Boko Haram che vorrebbe l’imposizione nel paese della Sharia, e le azioni di rappresaglia stanno portando nel paese la stessa atmosfera che sfociò nella guerra civile degli anni Sessanta del secolo scorso.
“C’è ansia tra la gente per la possibilità che il paese si divida in due, in un sud prevalentemente cristiano e un nord a maggioranza islamica. Noi però vogliamo che la Nigeria rimanga unita”. Per questo, sempre secondo Stephen, è necessario che si costituisca “un comitato di esponenti cristiani e musulmani di fama internazionale disposti a visitare la Nigeria. Il nostro governo e il nostro popolo hanno bisogno di qualcuno che mostri loro che quanto sta succedendo non è una questione locale, ma desta la preoccupazione del mondo intero”.
Fonte: NEV