La produzione di cibo sano, artigianale, legato al territorio e alle tecniche di produzione agro ecologiche è destinato ad essere scalzato dalla modernità e dall’agricoltura di precisione? Quali mercati sarebbero necessari per permettere a noi consumatori di non perdere il controllo di quello che mangiamo?
Abbiamo bisogno di più cibo per sfamare una popolazione crescente o quello che abbiamo lo stiamo sprecando?
Quali politiche e quali ostacoli ci separano dalla sovranità alimentare e come garantire reddito equo per chi produce ed un cibo accessibile per i consumatori?
Il 20 ottobre a Roma, presso l’Università di Roma Tre, nell’aula tesi della Scuola di Economia e Studi Aziendali (ex Facoltà di Economia), via Silvio d’Amico, 77, dalle 9 alle 18, si terrà una conferenza organizzata da Terra Nuova, l’Università di Roma Tre e il Comitato Cittadino per la cooperazione decentrata di Roma dal titolo “Tutto quello che EXPO non vi ha detto. Mercati, democrazia e diritti, per un cibo sano e sostenibile per tutti”. Scopo dell’incontro è quello di approfondire queste tematiche da diverse prospettive. Grazie agli interventi di relatori nazionali ed internazionali, provenienti dal mondo accademico, della società civile e delle istituzioni, l’incontro sarà suddiviso nei seguenti panel:
- Quale governance per avere sistemi alimentari sostenibili?
- L’occasione mancata di EXPO: mercati e agricoltura contadina
- Modelli di agricoltura alternativi per la sovranità alimentare: le esperienze dirette in Italia e all’estero
L’85% delle unità di coltivazione a livello mondiale occupa meno di 2 ettari, producendo il 70% del cibo consumato (fonte: FAO, IYFF): di fatto, oggi, la maggior parte del cibo consumato proviene dai “piccoli” produttori; e sono loro i responsabili della maggior parte degli investimenti in agricoltura, a partire dal lavoro delle famiglie e dall’impiego di saperi. A livello globale, tuttavia, le regole sono conformate sulla necessità di favorire i mercati internazionali. Dunque la popolazione rurale è la parte più povera della popolazione mondiale, più vulnerabile all’insicurezza alimentare, pronta a spostarsi verso le città che non sono in grado di fornire alternative: esiste una visione diversa rispetto a questo modello di sviluppo fallimentare? Una questione che Expo ha deciso di non affrontare.
Il prof. Pasquale De Muro, dell’Università di Roma Tre, afferma a questo proposito: “Le politiche di lotta alla fame e di sviluppo rurale sono dominate dal paradigma agriproduttivista. In realtà, sul pianeta abbiamo già cibo in abbondanza: il vero problema è quello di creare le condizioni affinché tutti abbiano accesso al cibo e che questo sia sano e prodotto in modo sostenibile ed equo.”
Risponde Nora McKeon, di Terra Nuova: “EXPO 2015 sta mettendo in mostra le “migliori tecnologie” come ricetta vincente per nutrire il pianeta, ma il problema è altrove. Le responsabilità pubbliche sulla sicurezza alimentare sono state vendute ai mercati e alle multinazionali, mentre gli attori che lavorano in prima linea (ovvero i produttori di cibo di piccola scala) sono stati privati del loro potere.”
Conclude Mamadou Goïta, segretario esecutivo di IRPAD Afrique: “I mercati locali costituiscono una parte essenziale del sistema alimentare in Africa Occidentale. Il legame tra i produttori alimentari e i consumatori contribuisce all’economia locale, nazionale e internazionale, crea posti di lavoro e sostiene il raggiungimento della sicurezza alimentare. Gli investimenti pubblici sono necessari per contribuire a rafforzare il potenziale di questi mercati locali!”
La conferenza, inoltre, vedrà protagoniste delle realtà italiane che lavorano e lottano per rendere reale il principio della sovranità alimentare, anche attraverso una produzione alimentare agro-ecologica, le quali racconteranno la loro storia e le realtà di sviluppo sul territorio.
Al termine della conferenza, ci sarà un buffet prodotto dalla cooperativa “Coraggio”.
Sarà disponibile la traduzione simultanea inglese<>italiano.
La partecipazione è aperta al pubblico. Per informazioni e per registrarsi, scrivere a bartolomei@terranuova.org
Fonte: comunicato stampa