Questa volta e’ definitivo, o cosi pare. Il primo ministro ha annunciato di aver trovato un’accordo sulla nuova data delle elezioni. I toni sono quanto mai nervosi.
Durante la conferenza stampa, il primo ministro Béji Caïd Essebsi chiede “basta proteste, basta scioperi”. Parla dialetto tunisino, linguaggio semplice, toni diretti.
E’ visibilmente esasperato e risponde con toni accesi alle domande dei giornalisti “Non volete che prendiamo prestiti internazionali? rimaniamo allora con l’economia in crisi allora!”.
Critica apertamente quello che chiama mentalita’ da sottosviluppo, accusa il ritorno del tribalismo. Risponde alle critiche fatte al governatore Nebli, ex alto funzionario della Banca Mondiale, ricordando che il suo salario di ministro e’ assai inferiore a quello che guadagnava altrove.
Ricorda il suo patriottismo, ma se il popolo vuole che questa gente parta, li lascera’ partire.
Sembra perdere le staffe, ma il messaggio e’ forte.
Bisogna rimboccarsi le maniche!
Il paese deve andare avanti. Ce ne ha anche per l’occidente. “Mica ci hanno consultato prima di attaccare la Libia, e ora siamo noi a pagare il prezzo piu’ alto!”.
Cita gli ultimi numeri. Sono oltre 470,000 i rifugiati ad aver cercato – anche se molti di loro transitoriamente – in Tunisia.
“E loro si lamentano per qualche migliaia arrivati a Lampedusa!. Intanto a Tunisi ci si chiede a chi giovi questo ritardo. C’e’ chi dice che Ennadha, il partito islamista, approfittera’ usando il mese di ramadam per aumentare il proprio consenso, altri invece dicono che e’ meglio cosi, visto che avra’ piu’ occasioni di mostrate il suo “vero volto” conservatore e entrare in contraddizione con se stesso. Nel frattempo gli altri partiti avranno piu’ tempo per presentare i propri programmi, ed e’ certo che in una situazione politica così fragile, e’ meglio aspettare l’estate (e magari l’arrivo dei turisti , che di certo non sarebbero venuti sotto elezioni a luglio)…sperando che il sole non surriscaldi ancor piu’ gli animi.
Fonte: italiani di cartagine