Tunisia, un anno dopo. Il racconto degli Italiani di Cartagine.

Milano, 14 gennaio 2012. Ad un anno esatto dalla caduta di Ben Ali e dall’inizio della Primavera Araba, gli “Italiani di Cartagine” -come sono stati soprannominati dall’affetto dei tunisini alcuni italiani che da anni vivono e lavorano in Tunisia e che per primi hanno raccontato all’Italia la rivoluzione in corso, attraverso un blog diventato poi un libro “Non ho più paura” edito da Gremese- continuano lo sforzo di cercare di dettagliare le ragioni e gli effetti di questo cambiamento epocale, che ha sorpreso studiosi ed analisti e che ancora si fatica a decifrare.

“E’ importante continuare a chiedersi cosa sappiamo di più, cosa abbiamo imparato, cosa ci rende più vicini o più lontani dalla sponda sud del Mediterraneo” afferma Simone Santi, console Onorario del Mozambico e soprattutto imprenditore che da anni lavora per l’internazionalizzazione delle imprese italiane in Africa.

“E’ assolutamente necessario cominciare a guardare alla Tunisia e a tutti i 55 Paesi africani come realtà dinamiche, superando l’immagine di un unico territorio povero abitato da una popolazione impreparata. Diversi Paesi africani possono e debbono essere integrati nelle nuove dinamiche di sviluppo economico e sociale dell’Europa, ed in particolare dell’Italia”.

Questo sforzo di comprensione ed informazione degli Italiani di Cartagine vede in particolare la presentazione del libro di Francesca Russo e Simone Santi “Non ho più paura. Tunisi. Diario di una rivoluzione” in diverse città italiane in occasione delle celebrazioni dell’anniversario della rivoluzione tunisina.

A Firenze e Livorno il dibattito vedrà la presenza della storica tunisina Lilia Zaouali, che ha voluto fornire il suo contributo e sostegno ad un libro che –ha dichiarato- “mi ha riconciliato con l’Italia”, mentre a Milano (15 gennaio ore 16.00 presso il teatro Rosetum) interverrà la giornalista e scrittrice Francesca Bellino, esperta di Mediterraneo, sempre vicina agli Italiani di Cartagine, nello sforzo di facilitare la comprensione di una sponda sud del Mediterraneo capace di stupire la pigra Europa con la dinamicità dei suoi protagonisti.

 

Fonte: comunicato stampa consolato onorario del Mozambico di Milano

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