Un’ondata di arresti ai danni di militanti, artisti e operatori dell’informazione. Tra loro anche il cineasta Néjib Abidi.
Néjib Abidi è stato arrestato con altre sette persone nella notte tra venerdì e sabato, nel quartiere Lafayette di Tunisi. Non si conosce ancora il capo d’accusa. Abidi ha 29 anni, è un regista ed è il presidente di Asso Chaabi, cofondatore e conduttore della radio libera Chaabi, e già sindacalista dell’Uget (Unione Generale Studenti Tunisini).
Stava lavorando ad un docu-film sui ragazzi tunisini scomparsi durante gli sbarchi del 2011. Per questo motivo aveva raccolto molta documentazione, parlato con le madri dei ragazzi scomparsi, era venuto in Italia sostando a Palermo, Roma, Milano durante il 2012. Il giorno prima del suo arresto, uno dei due hard disk, contenente i materiali del suo documentario in preparazione, è stato rubato da casa sua, mentre i dati dell’altro, sono stati definitivamente cancellati, dopo una formattazione. Il 21 agosto 2013 il produttore del documentario, Nassreddine Shili, è stato arrestato per aver lanciato un uovo contro il Ministro della Cultura Mabruk Mehdi durante una manifestazione di protesta. Shili rischia fino a sette anni di prigione.
Anche gli altri ragazzi arrestati avevano collaborato alla realizzazione del film di Néjib ed erano a loro volta impegnati in attività di denuncia. Yahya Dridi, di 26 anni, è un tecnico del suono ed è il segretario generale di Asso Chaabi. Ha partecipato con Néjib alla lavorazione del documentario e con lui è venuto in Italia. Abdallah Yahya ha 34 anni, regista. Il suo documentario Nous sommes ici è uscito l’anno scorso e parla del quotidiano degli abitanti di Jebel Jloud, quartiere situato a pochi chilometri dalla capitale, dove la disoccupazione è altissima e la vita è fatta di miseria e difficoltà. Il suo prossimo film, Il ritorno,che è in fase di ultimazione, doveva essere presentato al Festival des Droits de l’Homme, è stato prodotto, anche questo, da Nassreddine Shili. Slim Abida ha 33 anni, bassista, è fondatore del gruppo Oil Jazz. Presente sulla scene musicali, contestatrice da oltre 10 anni, ha lavorato con Néjib, Yahia e Mahmoud e per la colonna sonora del loro docu-film in uscita. Mahmoud Ayad, di 29 anni, è un pianista e ha lavorato con molti personaggi della scena alternativa e contestatrice in Tunisia. Skander Ben Abid ha 20, è clarinettista e studente dell’Isec. Le due ragazze sono delle loro amiche. Quando sono stati arrestati stavano lavorando al film di Néjib.
Ma non è finita qui, sembra che ci siano altre 16 persone indagate. Non sappiamo in questo momento chi siano, ma soprattutto non sappiamo quale sia il capo di imputazione. Questo verrà comunicato oggi, lunedì 23 settembre, agli avvocati, quando, probabilmente, verrà confermato l’arresto.
Non sono casi isolati. Già altri artisti sono stati incarcerati per i motivi più diversi. Si chiamano Jabeur Mejri Ghazi Beji, Weld El 15, Klay BBJ e Nessreddine Shili. Anche sindacalisti e giornalisti sono stati messi in prigione per aver svolto il loro lavoro. Il cameraman della tv web Astrolabe, Mourad Mehrezi, è stato arrestato per aver ripreso il lancio delle uova ai danni del Ministro della Cultura Mabruk Mehdi. Dal 5 settembre è stato rilasciato ma è in libertà su cauzione. Per la stessa manifestazione è stato arrestato il produttore Nessreddine Shili.
Molti dei giornali on line in francese che parlano del fatto, fanno palesemente trasparire tutte le loro perplessità su questi arresti. Alcuni sostengono apertamente che le carcerazioni a danno di Néjib e dei suoi amici e collaboratori, siano un modo per indebolire chi pratica la libertà di parola. È di pochi giorni fa, il 18 settembre, uno sciopero generale della stampa per denunciare le pressioni del Governo e degli organi giudiziari nei confronti della libertà di espressione e di informazione. Per altro, lo sciopero ha avuto una adesione altissima, i giornalisti non solo hanno incrociato le braccia (alzato dicono loro) ma hanno presidiato le loro redazioni. Le radio hanno trasmesso solo informazioni riguardanti lo sciopero con testimonianze dei giornalisti denunciati e incarcerati, come un’intervista rilasciata a radio Mosaique FM dal giornalista Zied El Heni, arrestato per aver difeso il collega Mourad Mehrezi.
Al momento si è già formato un comitato a Tunisi che chiede la scarcerazione degli artisti incarcerati. L’appello che sta girando chiede: la loro liberazione immediata; la fine della persecuzione dei giovani che s’impegnano nella politica; lo smantellamento dell’apparato repressivo che sembra essere sopravvissuto anche dopo la fine della dittatura. Anche in Europa gli attivisti per i diritti umani e varie associazioni si stanno muovendo. A Parigi il 25 settembre è previsto un presidio in place de la République alle 18:30.
Nel frattempo la situazione in Tunisia diventa sempre più carica di tensione. Non possiamo dimenticare che dall’inizio dell’anno ben due dei leader dell’opposizione, Chokri Belaid a febbraio e Mohamed Brahmi il 25 luglio, sono stati uccisi, mentre il parlamento continua ad essere paralizzato e il ritorno alla normalità sembra sempre più lontano.
Francesca Materozzi
Fonte: peacelink.it