Il “grande shock sociale” in Tunisia è stato provocato non solo dal carovita ma dalla miscela esplosiva dell'”irrigidimento delle garanzie democratiche” e della”mancanza di ricambio generazionale” e tutto questo,ora, rischia di essere strumentalizzato dal fondamentalismo islamico.
Lo ha detto il Ministro Franco Frattini alle Commissioni Esteri di Camera e Senato sottolineando una maggiore presenza dell’Unione europea oltre a richiamare il sostegno che l’Italia deve dare al “processo di transizione democratica” in atto.
Il primo febbraio verrà a Roma – ha annunciato Frattini – il Ministro degli esteri tunisino Morjane.
“Vi è un pericolo di strumentalizzazione da parte di elementi fondamentalisti islamici” della crisi tunisina – ha detto Frattini – ed è importante che il governo di transizione “garantisca il carattere laico” del Paese.
Una via d’uscita c’e’ e il ministro la individua nella “societàcivile”, nei giovani e nella “ulteriore integrazione” della Tunisia in Europa come “incoraggiamento” per l’unico Paese dell’area che ha già un accordo di liberoscambio con l’Ue.
Un processo, quello dell’integrazione progressiva e a vari livelli – ha ricordato Frattini – che l’Ue ha già sperimentato con successo dopo la disintegrazione della Jugoslavia. E che potrebbe essere replicato per “prevenire la destabilizzazione” e il rischio di “effetto domino” nei Paesi della regione.
Da tenere d’occhio, con la dovuta correttezza, anche il processo elettorale dei prossimi mesi, aiutandone, “se sarà richiesto”, il “monitoraggio”, ma “senza interferire” perché si tratta di “Paesi liberi, indipendenti e sovrani”.
Per valutare la situazione, ed eventualmente concordare una strategia comune, l’Italia proporrà al prossimo consiglio dei ministri degli Esteri dell’Unione, in programma il 31 gennaio, “l’invio in Tunisia di una missione Ue di alto livello”.
E se la via comunitaria fosse percorribile solo parzialmente, rimane quella “intergovernativa” del formato ‘5+5’ (Paesi della sponda nord e sud del Mediterraneo) che, sotto presidenza italiana, si riunirà a Napoli in primavera.
In ogni caso l’Italia, anche a livello bilaterale, giocherà un ruolo importante, dati i legami storici ed economici con la Tunisia: 4000 italiani residenti per lavoro (aggiornati sulla situazione minuto per minuto) e 700 aziende attive.
Per loro, insieme a Confindustria, e’ stato creato un “help desk”, oltre a un canale diretto con Eni. Per eventuali necessità di protezione, c’e’ anche un “nucleo operativo speciale” presso l’Ambasciata d’Italia a Tunisi.
chi davvero comanda in tunisia
http://coriintempesta.altervista.org/blog/tunisiacomanda-sempre-la-banca-mondiale/