Il presidente Jacob Zuma guiderà la delegazione sudafricana alla 20ma assemblea dell’Unione Africa che avrà luogo questo fine settimana. L’incontro ad Addis Abeba, Etiopia, coincide con il 50mo anniversario della fondazione dell’ex Organizzazione per l’unità africana (OUA).
“L’assemblea celebrerà le generazioni di panafricanisti e i padri fondatori dell’organizzazione continentale,” ha detto giovedì il vice ministro delle relazioni internazionali e della cooperazione, Ebrahim Ebrahim, ai giornalisti a Pretoria.
Il summit, che avrà luogo domenica e lunedì, si terrà sotto il titolo di “Panafricanismo e rinascimento africano”.
Il Sudafrica cercherà di sfrutterà l’incontro per risolvere alcune delle complesse sfide che minacciano lo sviluppo economico del continente.
Come presidente del Nepad High-Level Presidential Infrastructure Champion Initiative, Zuma terrà un incontro a margine del summit per rivedere i progressi compiuti nei progetti infrastrutturali prioritari del continente.
Pace e sicurezza in cima all’agenda
Pace e sicurezza saranno i temi prioritari dell’agenda del summit. Gli eventi in Mali e nella Repubblica centrafricana, tra gli altri, domineranno le discussioni, ha detto Ebrahim.
Per circa due settimane, i caccia francesi hanno colpito obiettivi selezionati intorno alle città maliane in mano ai ribelli come Gao e Timbuktu.
L’attacco ad un impianto per la produzione di gas nel vicino stato dell’Algeria da parte di gruppi armati che si oppongono all’intervento francese in Mali, hanno fatto aumentare i timori che il Mali settentrionale possa diventare un obiettivo per gli attacchi internazionali di Al-Qaeda.
Almeno 81 persone sono morte mentre sono centinaia quelle salvate dopo essere state prese come ostaggi. Tra loro un sudafricano che è tornato a casa sano e salvo lunedì.
Ebrahim ha detto che Pretoria continua a sostenere la lotta globale contro il terrorismo e sostiene gli sforzi multilaterali, soprattutto in ambito Onu e Ua. Il Sudafrica ha appoggiato l’Algeria nella sua lotta per sradicare il terrorismo in tutte le sue forme e in tutte le sue manifestazioni, ha aggiunto.
Crisi umanitaria nel Sahel
Per quanto riguarda gli aiuti umanitari, il vice ministro ha aggiunto che Pretoria resta impegnata negli aiuti ai quattro principali stati saheliani del Mali, Niger, Mauritania e Chad.
“Il governo del Sudafrica ha notato la difficile situazione umanitaria e la continua minaccia terroristica nella regione del Sahel. Ribadiamo la necessità di lavorare insieme da parte di tutti gli stati africani in collaborazione con l’Ua e col resto della comunità internazionale in modo da raddoppiare gli sforzi affinché venga risolta la situazione.”
L’anno scorso, i paesi del Sahel hanno chiesto aiuto al governo sudafricano. Da allora, il Sufafrica ha inviato alla regione tonnellate di fertilizzanti, mangime per animali, cibo e pesticidi biologici.
Attualmente l’ultimo invio è in procinto di arrivare a Niamey via terra. L’ultima consegna lascerà il porto di Durban per Cotonou alla fine di gennaio, ha detto Ebrahim.
L’insicurezza in Mali ha aggravato la crisi, costringendo gli sfollati interni (IDPs) e i rifugiati a scappare dalle zone colpite dalla siccità.
Più di 15 milioni di persone, compresi 3,5 milioni di maliani, in tutto il Sahel sono stati colpiti dalla carestia dal 2012, e più di un milione di bambini sono a rischio malnutrizione.
Fonte: allafrica.com