Ecco alcune testimonianze dei relatori del Summit Sudafrica-Italia 2014, riferite ai vari temi oggetto del dibattito.
Per Pravin Gordham, oggi Ministro Cooperative Governance and Traditional Affairs e già ministro delle Finanze, “il Sudafrica è una delle economie a più alto potenziale del continente africano” e rappresenta un’opportunità per chi punta soprattutto a investire in campo industriale ed energetico, ma anche nelle infrastrutture e trasporti. “E l’Italia – ha aggiunto – ha le competenze giuste” per offrire il know-how necessario e promuovere così la costituzione di joint venture e collaborazioni con società sudafricane.
Il Sudafrica è uno dei paesi più all’avanguardia per le infrastrutture e si presenta agli investitori come un paese “business-friendly”. Lo ha affermato l’Amministratore Delegato di The European House -Ambrosetti Valerio De Molli, nel corso del suo intervento. Secondo l’AD le aziende italiane dovrebbero approfittare di questo sistema infrastrutturale per fare investimenti nel Paese. “E’ interessante notare – ha detto De Molli – che il Sudafrica vanta il decimo maggior sistema ferroviario del mondo e che Johannesburg vanta uno degli aeroporti più frequentati e che attrae voli dal tutto il mondo“.
“Anche il settore delle telecomunicazioni è fortemente sviluppato”, ha aggiunto Valerio De Molli. La rete mobile è molto sviluppata e l’utilizzo dei telefonini ha tassi uguali a quelli della Gran Bretagna, pari al 130%, più di un cellulare a persona. De Molli ha lodato soprattutto il sistema dei servizi finanziari. “Il Sudafrica produce oltre il 10% dai suoi servizi finanziari e, negli ultimi 10 anni, 7 su 10 operazioni di equity sono state fatte in Sudafrica“.
Il flusso di investimenti diretti dall’Italia al Sudafrica è intorno ai 650 milioni di Euro, lo 0,7% del flusso totale. Mentre ammonta a 95 milioni di Dollari il flusso degli investimenti del Sudafrica.
“Nella regione sub-sahariana vi sono ricche riserve di petrolio e gas non sfruttate che attendono di essere utilizzate”, ha sottolineato l’Amministratore Delegato di Building Energy, Fabrizio Zago, nel presentare il position paper di TEH-A. Zago ha spiegato che ci sono 62,2 miliardi di barili di riserve di greggio e 67,3 trilioni di metri cubi di gas naturale nella regione.
Le riserve sono raddoppiate negli ultimi 14 anni per le aumentate attività di esplorazione. Vi è inoltre una crescente domanda di energia nella regione e solo il 25% della popolazione dell’Africa sub-sahariana ha accesso all’elettricità. Sono necessari 50 miliardi di Dollari di investimenti ogni anno per soddisfare questo gap di energia. Il Sudafrica, per fare fronte alla domanda crescente di energia conta di aumentare, entro il 2030, la propria capacità di generazione di 42,3 gigawatts.
Al proposito, l’ambasciatore del Sudafrica in Italia, la signora Nomatemba Tambo, ha affermato che “qualcosa come il 23% del settore energetico è andato a compagnie italiane che stanno creando posti di lavoro nel nostro Paese“.
Nel 2009 Ferrero è riuscita a creare nella provincia di KwaZulu-Natal una fabbrica per la lavorazione delle nocciole, un vero e proprio inedito nel Paese. A raccontare l’esperienza della celebre multinazionale dolciaria piemontese è stato Zola Skweyiya, special advisor del gruppo Ferrero e ospite del Summit. “Come è noto non ci sono nocciole in Africa ed è quindi la prima volta che sono state piantate nel continente. Si tratta di una nuova avventura che ha creato anche molti posti di lavoro“. La Ferrero conta circa 500 dipendenti in Sudafrica.
Spostando lo sguardo verso lo Zambia, esistono grandi potenzialità per gli investitori nel settore agricolo. Lo ha sottolineato il Ministro Agriculture and Livestock Wylbur Simuusa, che ha parlato in particolare dei settori dei fertilizzanti, del tabacco e del bestiame.
Enormi opportunità si prospettano anche nel settore dell’automotive. Il settore è raddoppiato dal 94’ e l’obiettivo al 2020 è di produrre 1,2 milioni di veicoli. Numerose multinazionali si sono già stabilite in Sudafrica che è oggi un affermato player mondiale. Il settore contribuisce a più del 6% del PIL, vale il 12% dell’export manifatturiero del Paese e impiega con le attività correlate circa 300 mila persone. La potenzialità del settore è confermata dai significativi investimenti del gruppo MA-CLN che oggi conta nove stabilimenti produttivi che danno lavoro ad oltre 1.400 persone.
Analoghi piani di investimento sono stati confermati anche da CNHI South Africa che, come sottolinea il Vice President Mario Gasparri, prevede di arrivare alla produzione di 6.000 camion e 1.000 bus all’anno per il mercato africano. Il nuovo piano darà occupazione a circa 1.000 dipendenti.