Il Sudafrica ha festeggiato la Giornata dei Diritti Umani domenica 21 marzo 2010
Domenica scorsa, 21 marzo 2010, tutto il Sudafrica ha festeggiato la Giornata dei Diritti Umani.
A motivo della loro particolare storia, i Sudafricani apprezzano in modo speciale i
Diritti Umani,
Il 21 marzo di ogni anno il Sudafrica festeggia la Giornata dei Diritti Umani, commemorando e ricordando coloro che con il sacrificio della vita hanno consentito a tutti di godere di questi diritti, come si proclama nel preambolo della nostra costituzione:
Noi, popolo del Sudafrica,
riconosciamo le ingiustizie del passato
onoriamo quanti hanno sofferto per la giustizia e la libertà nella nostra terra
rispettiamo quanti hanno operato per edificare e sviluppare il nostro paese, e
affermiamo che il Sudafrica appartiene a tutti coloro che vi vivono,
uniti nella nostra diversità
I Sudafricani non possono dimenticare quel 21 marzo 1960, quando venne organizzata una protesta di massa contro le restrittive leggi dell’apartheid. La protesta era contro I’obbligo dei lasciapassare, che imponeva a tutti gli africani residenti e impiegati in città e sobborghi di portare sempre con loro un documento (noto come pass), che li autorizzava a rimanere in una certa area.
Gli inadempienti rischiavano di essere arrestati dalla polizia e a volte i malcapitati erano allontanati dalle città in cui lavoravano e vivevano, o gli veniva proibito di farvi ritorno.
Questa campagna anti-lasciapassare prevedeva per quanti avessero l’obbligo di portare con sè il documento di recarsi alla più vicina stazione di polizia e farsi arrestare.
L’idea era quella di esercitare una tale pressione sulla polizia, le cui celle non sarebbero state in grado di contenere tutte queste persone, al punto di vanificare l’applicazione della legge e rendere il paese così ingovernabile da indurre il governo dell’apartheid a una riflessione e ad abrogare la legge sui lasciapassare.
A Sharpeville, vicino Johannesburg, migliaia di persone si presentarono alla stazione di polizia per farsi arrestare. Dopo che i dimostranti riuscirono in qualche modo a superare il cordone di sicurezza, alcuni poliziotti aprirono il fuoco sulla folla. Sessantanove innocenti vennero uccisi e 180 furono i feriti.
Quel giorno vi furono anche altri incidenti, minori, ma non meno significativi, in altre zone del paese. Gli accadimenti di Sharpeville sono rievocati in memoria di tutti coloro che protestarono, soffrirono e morirono per il ripristino dei diritti umani in Sudafrica il 21 marzo 1960 e in tutti i giorni della lotta fino all’alba della democrazia nel 1994.
Durante la transizione del Sudafrica verso la democrazia e durante la messa a punto della nostra costituzione, la tutela dei diritti umani e la restituzione della dignità umana sono state le principali forze trainanti della trasformazione, senza compromessi. L’anniversario di Sharpeville è stato ribattezzato Giornata dei Diritti Umani e incluso tra le festività nazionali.
La Carta dei Diritti, recepita al secondo capitolo della costituzione del Sudafrica, è la pietra angolare della sua democrazia e lo strumento per la promozione di valori democratici quali dignità umana, uguaglianza e libertà.
Un’apposita Commissione è stata istituita per promuovere il rispetto dei diritti umani in Sudafrica, oltre a controllarne e verificarne l’osservanza
Secondo la Carta delle Nazioni Unite:
“I diritti umani sono diritti inerenti a tutti gli esseri umani, senza distinzione di nazionalità, luogo di residenza, sesso, origine nazionale o etnica, colore, religione, lingua, o altra condizione. Abbiamo tutti gli stessi diritti umani senza alcuna discriminazione. Questi diritti sono tutti interconnessi, interdipendenti e indivisibili”.
Questo 21 marzo 2010 ancora una volta i Sudafricani hanno effettuato una pausa di riflessione e apprezzamento sui diritti umani, poichè questi diritti fondamentali non si rivelarono così scontati per la maggioranza dei sudafricani, e il paese ha inteso onorare la memoria di quei concittadini che pagarono per la libertà il prezzo più alto. I Sudafricani ricordano anche quanti a tuttoggi in varie parti del mondo stanno ancora lottando per ottenere alcuni di questi diritti fondamentali e desiderano manifestare ad essi la loro solidarietà, con la speranza che presto un giorno possano anch’essi assaporare la libertà.