I fondamentalisti islamici in Somalia hanno ordinato oggi al WFP (il programma alimentare mondiale dell’Onu) di fermare immediatamente qualsiasi importazione di cibo in Somalia.
In un comunicato stampa del gruppo Al-Shabaab, che secondo Washington è referente di al Qaeda nel Corno d’Africa, si accusa l’agenzia umanitaria di devastare l’agricoltura locale.
Il gruppo ribelle Al-shabaab controlla la maggior parte della Somalia mentre il governo filo-occidentale controlla solo una piccola parte del territorio dello stato dell’Africa orientale.
Il programma alimentare mondiale dell’Onu è il maggiore attore internazionale capace di organizzare aiuti in risposta alle emergenze. Gli esperti credono che siano circa 3,76 milioni i somali che necessitano di aiuti. La maggior parte della popolazione si trova nelle regioni centrali e meridionali della Somalia.
Il gruppo Al-shabaab ha detto che l’organizzazione dell’Onu è diventata un ostacolo all’autosufficienza della Somalia. Nella nota stampa è scritto che il WFP deve comprare il cibo dai contadini somali e redistribuirlo. “WFP non deve portare cibo proveniente dall’estero”, è scritto nel comunicato.
Un portavoce dell’organizzazione dell’Onu in Kenya non ha voluto commentare immediatamente. La Somalia non ha un vero governo da quando i signori della guerra hanno spodestato il dittatore Mohamed Siad Barre nel 1991.
Muhyadin Ahmed Roble, corrispondente di Africanews.it a Nairobi
(Scritto da Muhyadin Ahmed Roble, giornalista free lance somalo che si è stabilito in Kenya. Lavora per testate locali e internazionali e si occupa della crisi nel Corno d’Africa. È stato editore del giornale locale Xiddigta e ha prodotto Simba FM a Nairobi e Mogadiscio. Lavora da più di sei anni come scrittore, giornalista, editorialista, corrispondente e direttore editoriale). Può essere raggiunto via email:
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