Comunicato –
Sottolineare l’impegno dell’Italia a favore della soluzione della crisi in Somalia e acquisire valutazioni aggiornate sulle prospettive delle Istituzioni Federali Transitorie, sottolineando la necessità di un impegno concreto del Governo di Mogadiscio per la pacificazione del Paese. Sono questi gli obiettivi principali dell’incontro, in programma giovedì 20 gennaio a Roma, tra il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ed il Primo Ministro somalo Mohamed Abdullahi Mohamed “Farmajo”, a cui parteciperà anche il Ministro Franco Frattini, che considera il dossier Somalia una priorità della politica estera italiana.
L’incontro, richiesto dalla parte somala, avviene a sette mesi dalla fine del periodo transitorio delle Istituzioni Federali di Mogadiscio. Il Premier “Farmajo” ha costituito un governo più agile rispetto al passato (17 ministri), e probabilmente chiederà all’Italia ed alla comunità internazionale un sostegno per coinvolgere la parte più cooperativa della Diaspora somala nella pacificazione del suo Paese.
Da parte italiana, ha spiegato il Direttore Centrale per il Paesi dell’Africa subsahariana del MAE, Rosa Anna Coniglio, “ci si aspetta una verifica” delle relazioni con la Somalia e che il Premier somalo “chiarisca quali siano i suoi programmi” negli ultimi sette mesi del suo mandato, che dovrebbe chiudere la fase di un governo transitorio e passare ad istituzioni stabili ed un Governo legittimo, come prevede l’accordo di Gibuti del 2008. Il Governo somalo in carica, ha aggiunto, deve compiere “passi concreti” nell’attuazione dei cosiddetti “transitional tasks”, ossia la strategia di riconciliazione nazionale, la capacità di governance e il ripristino dei servizi essenziali alla popolazione. E l’Italia “farà di tutto per assisterlo, fermo restando tuttavia che la “ownership del processo deve essere somala”.
La missione del Primo Ministro somalo a Roma segue quella a New York, dove si sono tenute consultazioni a porte chiuse in Consiglio di Sicurezza, e rappresenta la prima visita in Europa da quando Mohamed Abdullahi Mohamed è in carica, a dimostrazione che l’Italia è ritenuta partner chiave nel Corno d’Africa e imprescindibile interlocutore per stimolare e orientare il sostegno della Comunità Internazionale al processo di stabilizzazione in Somalia.
L’Italia svolge in particolare un ruolo di “advocacy” dentro l’UE affinché Bruxelles svolga un ruolo maggiore all’interno del processo. Il Ministro Frattini ha coinvolto l’UE in una profonda riflessione sulla Somalia ed ha inviato “papers” al Rappresentante Speciale per la Politica Estera Catherine Ashton con proposte concrete, che sono state già esaminate nel Consiglio Affari Esteri.
Sul fronte dell’impegno finanziario, sono stati stanziati 27 milioni di euro per due anni, che si articolano in: Italian-Africa peace facility (fondi gestiti tramite l’Unione Africana che presenta all’Italia progetti da finanziare); sostegno ad AMISOM (la missione militare dell’UA in Somalia); sostegno alla governance somala (funzionamento dei ministeri degli esteri, degli interni, della comunicazione, di Radio Mogadiscio); impegno della Cooperazione Italiana per l’acqua, la sanità, l’educazione e contro la siccità.
Per quanto riguarda il fenomeno pirateria, l’Italia ritiene che oltre alla sforzi in mare (attualmente sono impegnate nel Corno d’Africa due missioni navali, UE e NATO), bisogna sostenere lo sviluppo delle regioni costiere da cui partono i pirati. E per giudicare i pirati, così come i terroristi che controllano metà della Somalia, l’Italia ha proposto l’istituzione di un tribunale speciale ad hoc.
Fonte: esteri.it