Mentirei se dicessi di non aver mai immaginato la faccia di Eric Gallo, produttore itali americano emigrato in Sudafrica, al termine della registrazione di “Mbube”, nel suo piccolo studio di Johannesburg, l’unico studio di registrazione in tutta l’ Africa Subsahariana.
The Evening Birds avevano improvvisato quel coro ispirandosi ad un canto che i cacciatori Zulu intonavano prima che cominciasse la caccia al mbube, il leone.
Una peculiare miscela di voci basse aveva dato la fama a questo gruppo di sei amici (lavoratori di miniera, fattorini di Hotel, spazzini) che sfidavano gli altri gruppi a cappella vestendosi come dandies, con bombetta e smoking neri e scarpe da tip tap con la punta bianca.
In quell’ estate del 1939, un impiegato del Carlton Hotel di Johannesburg, il piú alto dei sei Birds, cantó una melodia quasi celestiale, che si sarebbe trasformata in fiumi di dollari per coloro che la scoprirono.
Solomon Linda, questo era il suo nome, cominció a improvvisare un falsetto che sembrava uscire dal cuore della terra, passeggiare attraverso i deserti e le foreste e sparire nel vento della savana.
Gallo si trovava lí, e registró tutto, in un vecchio nastro del quale compró immediatamente i diritti d’ autore allo stesso Solomon. A meno di due dollari. No, il negro non era scemo. Sapeva che, secondo la legge britannica allora in vigore in Sudafrica, dopo la sua morte gli introiti generati da quella canzone avrebbero dovuto andare a sua moglie a ai suoi figli.
Ma nel 1950 sbarcó a Johannesburg un altro americano, il musicologo Alan Lomax. Lomax sapeva fare il suo lavoro. Riconobbe subito che c’era qualcosa di speciale nel pezzo di Solomon, che intanto era diventato famoso in tutto il Paese, e, seguendo le buone abitudini dei colonizzatori, prese la cassetta originale per passarla al suo amico Pete Seeger, che reintitoló il pezzo “Wimoweh”. Con The Weavers, il folksinger americano la rese un successo mondiale.
Poche canzoni con piú di 70 anni d’ etá possono vantare di aver dato vita a piú di cinquanta covers, di essere state protagoniste al cinema per due volte come colonna sonora originale e, secondo le ricerche del giornalista Rian Malan, di aver generato 15 milioni di dollari solo per essere apparse nel Re Leone di Walt Disney.
In quanto a lui, Solomon Linda morí in povertá nel 1962, e la sua tomba dovette aspettare 18 anni prima di vedersi decorata di un lapide, il cui costo gli eredi di Linda non potevano permettersi.
Grazie alla ricerca di Malan, dal 2001 Solomon Linda é riconosciuto come unico autore originale di Mbube. Una piccola consolazione per la musica negra, che tornó a essere riconociuta come madre della musica contemporanea.
Solomon Linda&The Evening ( The First Version ) – Mbube
Interessante scoprire che quello che pensavo essere una costruzione commerciale ha invece radici così profonde nel continente più antico.
Molto interessante riscoprire le innumerevoli variazioni che hanno fatto seguito alla musica originale. Ben fatto!
“L’unico studio di registrazione dell’africa subsahariana?”pensa che le centinaia di cantanti africani sono tutti dei poveracci che sono costretti da andare nella “civile Europa”per registrare?Ma mi faccia il piacere di girare un pò,che le farebbe solo bene