L’ex presidente nigeriano, Olusegun Obasanjo, spiega su theafricareport.com come le competenze locali africane siano in grado di affrontare tutte le sfide alimentari.
“Abbiamo i migliori scienziati dell’agro-alimentare e manager della catena del valore che vivono e lavorano qui in Africa; professionisti che devono ora farsi protagonisti e guidarci verso la sicurezza alimentare. Mentre si preparano ad assumere l’onere, ho avuto la libertà di preparare delle linee guida sugli indirizzi verso cui essi potrebbero concentrare le loro energie e il tipo di sostegno di cui potrebbero aver bisogno.
Situazione sul terreno
Innanzitutto – scrive Obasanjo su theafricareport.com – è importante riconoscere che non c’è nessun altro continente nel mondo che abbia più risorse naturali per l’agricoltura dell’Africa; abbiamo la più importante quantità di terre arabili, climi favorevoli alle produzioni di quasi tutte le colture alimentari e una forza lavoro che include la popolazione più giovane del mondo.
I cambiamenti climatici, in particolare, sono stati causati rapidamente da attività lontane dall’Africa, tuttavia i contadini del continente sono coloro che ne patiscono le conseguenze in modo terribile.
Lo sfruttamento di queste risorse, se gestite bene, dovrebbe risultare nella produzione di più cibo di quanto ne possiamo consumare. Perciò chiediamo agli esperti dedizione alla preparazione di piani e strategie che guiderebbero i leader nazionali in aree chiave di destinazione delle produzioni massimizzate.
Queste strategie, dalla mia posizione, dev’essere delineata con la partecipazione di tutti i portatori d’interesse dell’agricoltura e dei sistemi alimentari. Spero che i governi, il settore privato, i gruppi dedicati allo sviluppo e i contadini si riuniranno insieme ai nostri scienziati, sia per presentare le loro idee che per supervisionare la prossima linea d’azione.
In secondo luogo, dobbiamo apprezzare il fatto che non stiamo operando in una bolla, e che alcune delle nostre sfide più importanti hanno una portata globale e, perciò, non possono essere affrontate in maniera adeguata senza l’interazione con altri continenti. La pandemia da Covid, i cambiamenti climatici e il conflitto Russia-Ucraina sono alcuni degli esempi più recenti delle difficoltà, la cui soluzione richiede un’interazione consistente col resto del mondo.
In particolar modo i cambiamenti climatici sono causati da attività che hanno luogo lontano dall’Africa, tuttavia sono i contadini del continente che ne patiscono terribilmente le conseguenze. Ho troppa esperienza per sapere che il gioco delle colpe non può condurre a soluzioni significative e che ciò di cui abbiamo bisogno ora è che i nostri scienziati e altri leader lavorino insieme ai loro colleghi in altre parti del mondo e che trovino soluzioni rapide e sostenibili.
In terzo luogo, abbiamo capito che la sicurezza alimentare da sola non basta e che è fondamentale includere una sicurezza nutrizionale. Ciò è dovuto al fatto che sebbene abbiamo milioni di persone che soffrono a causa di insufficienti derrate alimentari destinate al consumo, ci sono altri milioni che devono affrontare malattie causate da cattiva alimentazione come obesità, diabete e ipertensione. Solo in Nigeria ci sono 4 milioni di bambini in sovrappeso tra i 5 e i 19 anni, con appena l’1% di probabilità di raggiungere l’obiettivo dell’Organizzazione mondiale della sanità per il 2025 di fermare la crescita dell’obesità infantile e una “probabilità molto scarsa” di raggiungere i target dell’obesità in età adulta.
Come potete vedere, questi problemi non si possono risolvere politicamente e la necessità urgente che abbiamo adesso per la sicurezza nutrizionale dev’essere guidata dalla scienza e dalla ricerca.
Sviluppi futuri
Quanto sopra menzionato riguarda alcuni dei miei consigli per lo sviluppo di sistemi alimentari che l’Africa necessità per allontanarsi dalla perenne insicurezza nutrizionale. A questo proposito, sono felice di riconoscere il ruolo del genetista ghanese Eric Yirenkyi Danquah nella trasformazione dei sistemi agricoli dell’Africa.
Il buon professore è fondatore e direttore del West Africa Centre for Crop Improvement (WACCI), che istruisce una nuova generazione di selezionatori di piante per lo sviluppo di varietà migliorate di colture di base in Africa occidentale e centrale.
Attraverso la sua guida, WACCI ha, finora, raccolto più di $30m in fondi destinati a ricerca e sviluppo e ha formato più di 120 studenti PhD e 49 studenti MPhil da 19 paesi in Scienza e tecnologia dei semi. Abbiamo già dei risultati dato che alcuni scienziati formati dal WACCI hanno sviluppato più di 60 tipi di sementi migliorate, tra cui varietà ibride di mais di qualità superiore, ad alto rendimento e altamente nutritive.
Pertanto, sono profondamente felice per la sua vittoria all’Africa Food Prize Winner 2022, dove si unisce ad altri 24 eminenti africani e organizzazioni che stanno guidando le attività verso la sicurezza alimentare e le opportunità economiche per il continente.
L’Africa food prize è un premio di $100.000 per spingere il lavoro dei laureati nel guidare la trasformazione dei sistemi alimentari. Siamo consapevoli che, spesso, questa somma non è sufficiente a coprire l’entità del loro coinvolgimento, ma mi aspetto sinceramente che il riconoscimento porti a un maggiore sostegno da parte di altri portatori d’interesse.
Quest’anno la commissione, che lavora alla selezione per il Food Prize, ha ricevuto 376 candidature da 44 paesi e sebbene tutti fossero eccezionali, abbiamo giudicato il Prof. Daquah come il più meritevole.
Non vedo l’ora di vedere ancora più del suo lavoro dirompente per la trasformazione del sistema alimentare dell’Africa.