Annunciato da qualche mese sui media del Senegal, il rimpasto di governo arriva dopo la marcia contro il carovita repressa dalla polizia nella capitale Dakar. Secondo alcune fonti, la cattiva gestione di questa crisi avrebbe provocato il cambio di alcuni ministri. Infatti, i rimpasti più sorprendenti hanno riguardato il ministero degli interni e del commercio.
Il governo del primo ministro Cheikh Hadjibou Soumaré avrebbe resistito dieci mesi prima di cadere a causa della crisi. Il problema maggiore della compagine di governo è il cambiamento di portafoglio di Ousmane Ngom. Uomo forte del partito di governo, il Partito Democratico Senegalese (PDS), Ngom era titolare del Ministero degli Interni dal 2004. Successivamente, si è visto affidare anche i dicasteri delle Miniere, dell’Industria e delle PMI (piccole e medie imprese).
Secondo alcune fonti locali che hanno chiesto di restare anonime, la sua partenza sarebbe legata a due recenti manifestazioni di protesta, vietate e represse. La prima, avvenuta a novembre, riguardava i venditori ambulanti di Dakar, la seconda di domenica scorsa, 30 marzo, era una marcia contro il carovita.
La decisione di sostituire anche il suo collega del ministero del Commercio, Amadou Ndiaye, sembra anch’essa dovuta alla protesta di domenica scoppiata a causa dell’impennata improvvisa dei prezzi dei prodotti di prima necessità.
La lunga crisi che riguarda il dicastero dello sport ha avuto ragione del suo responsabile, l’ex ministro Issa Mbaye Samb, mentre l’ex ministro della Giustizia, Cheikh Tidiane Sy, è ormai a capo del ministero degli Interni.
In tutto sono 10 i ministeri che hanno visto dei cambiamenti al loro vertice. Tra i cinque neo ministri, due sono leaders del piccolo partito d’opposizione And Jëf-Jël: Landing Savané et Mamadou Diop Decroix. Questi entrano nel Governo dopo momenti di tensione nelle relazioni tra il loro partito e il PDS.
Honoré Essoh