Sahara Occidentale: l’Onu sceglie una nuova strategia

 

Roma, 5 dicembre 2012 – Al termine della sua visita nella regione (Marocco, Sahara Occidentale, Algeria e Mauritania) effettuata tra la fine di ottobre e la metà di novembre, l’inviato personale del Segretario generale dell’Onu per il Sahara Occidentale, l’americano Christopher Ross, ha presentato le sue conclusioni. Anziché convocare immediatamente, come previsto, una nuova tornata di negoziati informali tra il Fronte Polisario e il Marocco, Ross annuncia l’intenzione di percorrere una nuova strada.

I negoziati ripresi nel 2007 non hanno infatti permesso finora di raggiungere l’obiettivo che il Consiglio di Sicurezza si era dato: “una soluzione giusta, durevole e reciprocamente accettabile, che consenta l’autodeterminazione del popolo del Sahara Occidentale”.

Il re Mohamed VI ha fin dal settembre 2000 escluso la possibilità di un referendum di autodeterminazione che pure il padre, il defunto Hassan II, aveva accettato sottoscrivendo un accordo col Polisario, tradotto poi dall’Onu in un piano di pace e nell’invio di una missione di caschi blu per sorvegliare il cessate il fuoco (1991).

Il Marocco si è detto disposto a discutere esclusivamente la propria proposta di “autonomia” del Sahara Occidentale sotto la sovranità marocchina, e a sottoporla ad un “referendum” senza alternative. In caso di rigetto dell’autonomia, resterebbe l’annessione pura e semplice del territorio che peraltro il Marocco controlla solo per i 2/3. E non è dato sapere se il Marocco intenda intraprendere una nuova guerra di conquista, come avvenne alla fine del 1975.

Il Polisario, dal canto suo, chiede un vero referendum di autodeterminazione che includa anche l’opzione della “autonomia” accanto però a quella dell’indipendenza. Inoltre propone al Marocco una partnership per lo sfruttamento comune delle risorse del paese.

Di fronte al rifiuto del Marocco di discutere null’altro che non sia l’accettazione pura e semplice dell’autonomia, Christopher Ross ritiene che lo “statu quo” instaurato sia non solo inaccettabile ma anche pericoloso perché potrebbe nutrire una crescente frustrazione da parte della popolazione sahrawi oppressa, fonte di nuove possibili ostilità. Per la verità non si può certo parlare di “statu quo” poiché il Marocco continua con l’invio di nuovi coloni nei Territori Occupati e con lo sfruttamento illegale delle risorse naturali.

Per tentare di riannodare una reale discussione tra le parti, Christopher Ross ha scelto, prima di convocare nuovi colloqui diretti, di effettuare un lavoro diplomatico tra gli stati-chiave oltre che tra quelli della regione. Tra le tappe fondamentali ci sarà sicuramente la Francia di Hollande.

Parigi sostiene da sempre ciecamente il Marocco e l’occupazione del Sahara Occidentale. Basti pensare che la patria dei diritti umani e il governo che è intervenuto per proteggere la Libia da Gheddafi, si rifiuta, con la minaccia di veto, di concedere ai caschi blu il mandato di difendere i sahrawi dalla repressione dell’esercito marocchino.

La missione di pace dell’Onu nel Sahara Occidentale è così l’unica oggi al mondo a non avere, tra i suoi compiti, la protezione della popolazione civile.

 

Fonte: comunicato stampa ansps, Associazione Nazionale di Solidarietà con il Popolo Sahrawi

 

 

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