Le elezioni presidenziali in Rwanda sono state definite poco democratiche per il fatto che la stampa non e’ libera di raccontare i problemi politici attuali.
Secondo un giornalista che ha chiesto di restare anonimo, l’atmosfera e’ rimasta tesa per tutto la giornata elettorale e i media sono rimasti sempre a letto col partito di governo di Paul Kagame, il Fronte patriottico ruandese (Rwandan Patriotic Front).
AfricaNews ha intervistato uno dei giornalisti:
AfricaNews: Che aria si respira in Rwanda?
Journalist: L’aria in Rwanda (in particolare a Kigali dove vivo) e’ quella di uno stato di paura e di shock. I membri del partito di governo del RPF sono per le strade ma ancora non sono stati segnalati incidenti gravi.
AfricaNews: Come racconteresti quest’elezione?
Journalist: L’elezione che ha avuto luogo qui e’ stata caratterizzata dalle intimidazioni e non e’ stata democratica. Non c’e’ stata una vera opposizione che abbia contestato il presidente uscente Paul Kagame. Gli altri tre candidati erano tutti sostenitori di Kagame sin dal 2003. Lo hanno sostenuto e hanno pregato per la sua rielezione e si sono rifiutati di chiamarsi opposizione. Le loro politiche non erano diverse da quelle del partito dominante del RPF.
AfricaNews: Quanto e’ libera la stampa di raccontare la situazione politica?
Journalist: Da quando Umuseso, Umuvugizi e Umurabyo, i tre giornali indipendenti e critici sono stati chiusi e i loro giornalisti uccisi, arrestati o fuggiti all’estero, non esistono media indipendenti in Rwanda. Le stazioni radiofoniche, televisive e gli altri giornali raccontano solo i punti di vista del governo. Victoire Ingabire, Bernard Ntaganda e Frank Habineza, i leader dell’opposizione, non hanno ricevuto un’attenzione mediatica equa in nessuna testata giornalistica locale.
AfricaNews: Come descriveresti lo stato della libertà di stampa in Rwanda?
Journalist: La libertà di stampa e’ un mito. Non esiste per niente, e la gente lo sa molto bene. I giornalisti che cercano di criticare il governo o dare uno spazio all’opposizione sono visti come nemici del Rwanda. Anche la BBC e VOA sono stati minacciati in diverse occasioni per la loro linea editoriale e per aver dato spazio ai “genocide deniers”, “negazionisti del genocidio” (da intendere come “tutti coloro che non condividono la leadership del RPF o con i metodi di Kagame” o “tutti quelli che si battono per una giustizia equa per tutte le vittime del genocidio dei Tutsi e per gli omicidi di massa degli Hutu in Rwanda e in DDRC”).
AfricaNews: Che ne pensi del press centre aperto recentemente dal governo?
Journalist: Press centre? E’ una buona idea. Ma quale stampa c’e’ in Rwanda, e’ questo il problema. Il governo del Rwanda e’ molto malizioso. Controlla ogni cosa tra cui i media. Il press centre e’ solo un miraggio per fare bella figura col pubblico.
Fonte: AfricaNews