Il rilascio di quattro sudafricani rapiti in Sudan è stato il “miglior regalo per la giornata della libertà del Sudafrica”. Lo ha detto ieri il presidente sudafricano, Jacob Zuma.
I peacekeepers lavoravano in Sudan nell’ambito della missione dell’Onu e dell’African Union Mission in Darfur (Unamid).
“Sono un po’ sbattuti ma sono in buona salute e in buono stato d’animo”, è scritto in una nota della presidenza.
Zuma si è congratulato con i quattro peacekepeers liberati e ha augurato loro una celere riprese dalla disgrazia.
L’ufficio di presidenza del Sudafrica ha comunicato che Zuma ha contattato le Nazioni unite, il governo sudanese e altre strutture per garantire la loro liberazione.
Il portavoce dell’Unamid, Saiki Kemal, ha confermato lunedì il rilascio dei quattro peacekeepers rapiti all’inizio del mese.
I sudafricani, due uomini e due donne, sono stati rilasciati a Nertiti, a circa 50 chilometri dalla città di Nyala, nel Darfur meridionale.
“Le forze armate del governo del Sudan erano presenti per riceverli, trasportati da un elicottero dell’Unamid a Nyala”.
“Il capo della missione Mr Ibrahim Gambari, insieme al suo vice Mr Mahommed Yonis e ad alcuni membri del governo del Sudan erano sul posto per accoglierli”, ha detto Kemal.
Anche il sudafricano Micheal Fryer, un commissario di polizia dell’Unamid, era presente per dare il benvenuto ai quattro ufficiali di polizia.
“Sembra che sia stata una prova difficile per loro, tuttavia sembrano dei duri. Sono degli ufficiali di polizia molto professionali nella missione di peacekeeping… sembrano apposto” ha detto Kemal.
Prima di fare ritorno in Sudafrica, i quattro sono stati portati a Khartoum, la capitale del Sudan, per passare la notte prima del viaggio di ritorno.
L’ultimo movimento dei quattro poliziotti prima del rapimento è stato registrato alle 16 dell’11 aprile quando hanno lasciato Nyala nel South Darfur durante un viaggio di 7 chilometri sulla via del ritorno alla base, ha riferito l’Unamid tempo fa.
L’agenzia AFP ha riferito che Jibril Bukhari Abbas, il capo del gruppo chiamato People’s Democratic Struggle Movement,
ha detto che uno dei suoi membri ha attuato il rapimento senza istruzioni da parte del gruppo.
Il movimento ha riferito all’agenzia di stampa che voleva un miliardo di sterline sudanesi (US400,000) aggiungendo che questa non è la cosa “più importante”.
“Vogliamo mostrare alla comunità internazionale che le condizioni di sicurezza in Darfur non sono favorevoli alle elezioni”.
Kemal ha detto che nessun riscatto è stato pagato.
Fonte: SAPA