Con il titolo “Immigrazione. Tra crisi e diritti umani” è stato presentato ieri [31/1/2014] a Roma il rapporto 2013 di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes.
Frutto di una nuova impostazione e alla luce dell’impegno sociale e pastorale della rete delle strutture e degli operatori di Caritas e Migrantes e degli approfondimenti e degli studi realizzati in 23 anni di servizio, il 23° rapporto Immigrazione. Tra crisi e diritti umani, al di là degli aspetti quantitativi, evidenzia in particolare alcuni punti nevralgici, fra i quali:
- nel 2013, se nel mondo e in Europa le migrazioni crescono, in Italia il fenomeno continua, ma non aumenta. La crescita interna dei migranti – per i ricongiungimenti familiari, le nuove nascite – viene pressoché annullata dai rientri, dalle partenze per altre destinazioni europee e del mondo di numerose persone e famiglie. Circa 5 milioni resta il numero di persone, comunitarie e non, che sono presenti in Italia, alla luce dei dati Istat e di una componente irregolare che permane, anche a causa di decreti flussi che non interpretano le esigenze del mondo occupazionale italiano, e non aiutano l’incontro fra domanda e offerta di lavoro;
- il 2013 ha visto emergere il rischio – Lampedusa e Prato sono solo due esempi estremi e drammatici – di indebolire la tutela dei fondamentali diritti umani: il Mediterraneo è sempre più un luogo di morte per tante persone in fuga; l’Europa presidia i suoi confini solo sul piano della sicurezza; i diritti dei lavoratori sono stati rinnegati in alcuni luoghi di lavoro – dalle imprese di Prato alle campagne della pianura padana o della piana del Sele, della Capitanata, di Rosarno o della Lucania – senza dimenticare il lavoro domestico;
- il trattenimento nei Centri di Identificazione e di Espulsione (Cie) non soddisfa l’interesse al controllo delle frontiere e alla regolazione dei flussi migratori, ma sembra piuttosto assolvere alla funzione di “sedativo” delle ansie di chi percepisce la presenza dello straniero irregolarmente soggiornante, o dello straniero in quanto tale, come un pericolo per la sicurezza. Le norme che regolano il trattenimento nei Cie appaiono illegittime, in quanto non rispettano le garanzie dei diritti costituzionali e non superano i test di ragionevolezza soprattutto quando riguarda persone che hanno già scontato la pena detentiva in carcere e, per un difetto dell’amministrazione, si trovano a dover prolungare nei Cie la loro esperienza detentiva;
- troppe sono ancora le vittime di tratta per sfruttamento sessuale o lavorativo che chiedono un riconoscimento e una protezione sociale, fortemente indebolita in questi ultimi anni da una politica che sembra trattare con scarsa attenzione, se non proprio dimenticare, i percorsi e gli strumenti per le pari opportunità.
Il 23° rapporto Caritas-Migrantes è organizzato in cinque sezioni: Fatti, numeri e immagini, Approfondimenti tematici, Approfondimenti regionali, Appendice giuridica infine un Glossario.
Il volume sarà presentato anche a Torino mercoledì 5 febbraio, dalle 15.30 alle 17.00, all’Auditorium della Provincia in corso Inghilterra 7.