Il candidato democratico Barack Obama vince con il 52% delle preferenze sull’avversario repubblicano John McCain.
L’avversario ha riconosciuto la sconfitta e si congratula con il neopresidente americano che accetta la resa e lo invita ad aiutarlo a guidare il Paese.
Telefonata di congratulazioni anche da George W.Bush.
“Una vittoria storica per il popolo americano”, ha anche commentato Hillary Clinton.
Il sogno di Martin Luther King è, dunque, diventato realtà: i cittadini americani hanno deciso che Barack Hussein Obama sarà il primo presidente nero ad insediarsi alla Casa Bianca. E’ un indiscutibile segnale di coraggio, di capacità di cambiare. E’ un segnale che conferma che l’America sa sempre trovare dentro di sé – soprattutto quando tutto sembra andare per il verso sbagliato – la forza, la determinazione e le motivazioni per scegliere strade nuove, per avviarsi in sentieri inesplorati alla ricerca ancora di un’ altra “nuova frontiera”.
Ha 47 anni e sta per lasciare la carica di senatore junior per lo Stato di Illinois. È stato anche l’unico senatore non bianco. Già, Obama è il 44° Presidente americano ed il primo Presedente di sangue afro-americano degli Stati Uniti d’America.
Il padre era del Kenya. Studiò in America conseguendo un dottorato in economia presso l’Università di Harvard, poi ritornò in Kenya e, quando Barack aveva solo 21 anni nel 1982, morì di incidente stradale.
Oggi il Kenya è in tripudio alla notiza della vittoria del neopresidente americano.
“Il popolo del Kenya e’ immensamente fiero delle sue radici kenyote”, scrive a Barack il presidente Mwai Kibaki. “La sua vittoria – continua Kibaki – non solo ispira milioni di persone in tutto il mondo, ma conosce una risonanza speciale qui in Kenya”. Per domani e’ stata proclamata una giornata di festa nazionale.
La madre era una americana bianca, proveniente da Wichita, in Kansas.
Sposò un uomo keniota all’inizio degli anni ’60 quando ancora in metà degli stati degli Stati Uniti era illegale sposare un uomo di colore. Quando Barack aveva solo 2 anni i genitori si separano. La madre conseguì la laurea e si risposò con un suo collega universitario indonesiano. Lavorò come antropologa in Indonesia fino al 1995 quando morirà di cancro.
Barack aveva 34 anni e la mamma venne a mancare pochi mesi dopo la pubblicazione della sua autobiografia Dreams from My Father, pubblicato in Italia da Nutrimenti con il titolo I sogni di mio padre.
Il libro descrive la sua esperienza di crescere con la famiglia di sua madre; una famiglia di ceto medio e, ovviamente, bianca.
La conoscenza del suo padre nero assente derivò principalmente dalle storie della famiglia e dalle fotografie. Della sua infanzia, Obama scrive: “Che mio padre non sembrava per nulla come le persone a fianco a me — che era nero come la pece, mentre mia madre bianca come il latte — non ci feci neppure caso.”
Obama lottò per riconciliare le percezioni sociali sulla sua eredità multiculturale. Scrive, inoltre, sul suo utilizzo di marijuana e cocaina durante la sua adolescenza, dicendo in proposito “per togliermi dalla testa la domanda su chi fossi.”
Per la prima volta nella storia della politica americana un settimanale così importante ed influente come il Time Magazine, ad aprile di quest’anno, dedica la copertina alla mamma di un candidato alle presidenziali: Stanley Ann Obama. I suoi le diedero anche un nome maschile perché volevano un maschio.
E’ stata, a dir poco, una donna straordinaria, sposò il padre di Barack e fece un figlio insieme a lui. Pochi anni dopo divorziò. Non so se potete capire cosa significava in quell’epoca essere una madre single, divorziata e con un figlio nero. Stanley Ann era una donna incredible: aperta, anti-razzista, forte ed estremamente intelligente.
Dopo tanti anni ed un altro matrimonio alle spalle con un uomo indonesiano, tornò a studiare per diventare antropologa e lavorò in Indonesia per aiutare le donne povere.
Certo, non fu facile per Barack cresciuto da una madre single, povera, ma forte e sorprendente. Sua madre cambiava spesso casa e paese ma non si può negare che l’insegnamento di questa donna incredibile ha influito molto nelle sue scelte e le sue posizioni.
Vedere le loro facce insieme è importante perché si dice troppo spesso che Obama è nero o afro-americano, ma non si deve dimenticare che è per il 50% anche bianco. Non a caso la sua autobiografia l’ha scritta soprattutto per capire chi fosse. Non a caso il Time Magazine dedica una storia di copertina esclusivamente a questa donna bianca del midwest. Perché non ci sfugga l’identità di Barack spesso trasfigurata dai vari titoli di copertina.
Obama crebbe dinamico e intraprendente. Si laurea in Scienze politiche con una specializzazione in relazioni internazionali. Lavora alla Business International Corporation, poi, a Chicago dirige un progetto non profit che assisteva le chiese locali nell’organizzare programmi di apprendistato per i residenti dei quartieri poveri nel South Side.
Nel 1990 diventò presidente della celebre rivista Harvard Law Review. A 30 anni consegue la seconda laurea in giurisprudenza cum laude e l’anno successivo, nel 1992, sposa Michelle Robinson, avvocatessa di uno studio associato presso cui lui effettuò uno stage, specializzato in diritto societario.
L’impegno politico di Obama cominciò nel 1992, anno in cui, dopo un’aggressiva campagna elettorale, aiutò il presidente Bill Clinton nelle elezioni presidenziali, portandogli circa 100.000 voti.
Personaggio abbastanza conosciuto a Chicago, dove lavorando in uno studio legale si era occupato di diritti civili, nel 1993 favorì l’elezione al Senato di Carol Moseley Braun, prima donna afro-americana a diventare senatrice.
Nel 1996, fu eletto al senato dell’Illinois dal 13° distretto nel quartiere Hyde Park, nel sud di Chicago.
Nel 2000 si candidò alle elezioni primarie del Partito Democratico che avrebbero dovuto scegliere il rappresentante congressuale per l’Illinois, ma fu sconfitto in maniera abbastanza netta da Bobby Rush.
Nel gennaio 2003, quando i democratici riconquistarono la maggioranza del senato, fu nominato presidente del Comitato della Sanità e dei Servizi umani del Senato. Tra le sue iniziative legislative, Obama aiutò a realizzare degli sgravi fiscali sul reddito per favorire le famiglie a basso reddito, lavorò su una legge che aiutava i residenti che non si potevano permettere un’assicurazione sanitaria, e aiutò a promuovere leggi per aumentare la prevenzione dell’AIDS e programmi di assistenza.
Nel 2004 si tennero le elezioni in Illinois per decidere il nuovo senatore che avrebbe rappresentato lo stato al congresso degli Stati Uniti: Obama giurò come senatore il 4 gennaio 2005.
Voci su una possibile candidatura alle elezioni presidenziali del 2008 si erano intensificate dopo la sua vittoria al Senato Federale nel novembre 2004. Subito dopo la sua vittoria, aveva dichiarato ai giornalisti: “Posso senza dubbio affermare che non mi candiderò alle elezioni presidenziali tra quattro anni”.
La stessa domanda gli viene posta nel gennaio 2006 durante la trasmissione televisiva Meet the Press. Anche questa volta Obama ha ripetuto la sua volontà di terminare il mandato da senatore, che scade nel 2010.
Il 2 ottobre 2006, il New York Magazine ha pubblicato un articolo in cui Obama dichiarava “Molta gente mi chiede se mi candiderò nel 2008, e io ho risposto di no. E se cambio idea, vi farò sapere”. Molti furono gli inviti a candidarsi.
Il 10 febbraio 2007 ha annunciato ufficialmente la sua candidatura per le elezioni presidenziali del 2008.
Dopo un lungo testa a testa ha battuto a sorpresa l’ex first lady e senatrice dello stato di New York Hillary Clinton (ritenuta dai sondaggi la grande favorita della vigilia) alle elezioni primarie del Partito Democratico.
Il 3 giugno 2008 Obama ha ottenuto il quorum necessario per la nomination democratica, diventando così il primo nero a correre per la Casa Bianca per uno dei due maggiori partiti.
Dopo aver vinto le elezioni primarie, è il candidato del Partito Democratico alla Presidenza degli Stati Uniti nelle elezioni del 2008. Ha ottenuto l’investitura ufficiale durante la convention del partito che si è tenuta a Denver tra il 25 e il 28 agosto 2008.
Il 4 novembre vince le elezioni. Il suo governo si insedierà a gennaio 2009.
Di Kitsy Niaty