“Non ho più paura”, narrazione italiana su Tunisia

FRANCESCA RUSSO- SIMONE SANTI
“NON HO PIÙ PAURA”
TUNISI. DIARIO DI UNA RIVOLUZIONE
Gremese Editore
Pag. 160 € 12,00

“Primissima narrazione made in Italy dei gloriosi trenta giorni che hanno inaugurato la primavera araba. Le pagine volano, una tira l’altra. Parlano donne, uomini, volti differenti per eta’ e per esperienze, testimoni finora senza voce di una Storia compiutasi alla velocita’ della comunicazione digitale che l’ha resa possibile. Da gustare” Francesca Paci, La Stampa

“Uno sguardo importante al ruolo di Facebook e di Twitter nella rivoluzione tunisina: più efficaci dei media tradizionali, usati per colmare il silenzio e infrangere la censura” Viviana Mazza, Corriere della Sera

“Una testimonianza documentata e partecipe, che conferma come ormai i social media non solo registrano per primi gli eventi, ma possono
anche determinarli.” Luciana Borsatti, Ansa

“Un genere letterario assolutamente unico: vita vera, nel racconto trasparente e appassionante di una realta’ che e’ gia’ storia.” Paola Saluzzi, Sky

“Come la rivoluzione tunisina, questo racconto è corale, spontaneo, vitale e contagioso e offre un modello esemplare di rete umana” Francesca Bellino, Il Mattino

È il 17 dicembre 2010 quando Mohamed Bouazizi, un giovane venditore ambulante tunisino, si dà fuoco per protestare contro i soprusi della polizia. È la miccia che innesca la straordinaria rivoluzione che scuoterà tutto il Maghreb: il 14 gennaio 2011 un’imponente manifestazione di piazza a Tunisi costringe alle dimissioni Ben Ali, al potere da ventitré anni.

Questo libro è una cronaca che vuole fare rivivere la progressione di quei 30 giorni che hanno cambiato la Tunisia, tentando di spiegare come il gesto di un povero ambulante, che si è immolato per rivendicare la propria dignità, abbia coinvolto un intero popolo, abbattendo il “muro della paura” e dando il via a un cambiamento inaspettato. Oltre che sull’esperienza personale di una famiglia di italiani residenti a Cartagine, a due passi dal palazzo presidenziale e su interviste a ai vari protagonisti della rivoluzione, il racconto si basa sulle centinaia di messaggi scambiati all’epoca della rivolta sui social network come Facebook e Twitter, che durante la “primavera araba” si sono trasformati in una piazza virtuale in cui esprimere il proprio dissenso.

Questo libro, per molti aspetti, offre uno sguardo diverso sul Mediterraneo degli ultimi mesi, capace di stupire la “pigra” Europa con la dinamicità dei “vicini di casa”, e fa riflettere sul fatto che i veri protagonisti di una rivolta così importante sono, in realtà, donne e uomini comuni: studenti, operai, artisti, avvocati, un po’ come noi, che sono stati capaci di prendere coraggio, dire « basta » ed innescare una trasformazione che sta contagiando non solo il mondo arabo.

Gli autori
Le voci del libro sono molteplici e la collezione di contributi ricevuti da una rete di studiosi, giornalisti, imprenditori e artisti dalle due sponde del mediterraneo, fanno dello scritto un “libro collettivo”. Tra queste voci, ci sono esponenti autorevoli del mondo intellettuale tunisino: il regista Ben Cheikh, autore di un film della rivoluzione presentato recentemente a Cannes, Lina Ben Mhenni, nota blogger attivista, la storica Lilia Zaouali, l’attore Ahmed Hafiene. Le loro testimonianze “in presa diretta” – integrate dai racconti di esponenti dei media italiani quali Luciana Borsatti, corrispondente ANSA in Tunisia durante la rivoluzione e la scrittrice Francesca Bellino- sono state raccolte dall’antropologa Francesca Russo, con suo marito economista residenti a Tunisi, e dall’imprenditore italiano Simone Santi, che lavora sulle due sponde del Mediterraneo nella promozione degli investimenti italiani in paesi emergenti. Una rete di voci, soprannominata gli “Italiani di Cartagine”, che continua ad esprimersi attraverso il blog www.italianidicartagine.blogspot.com.

Progetto Colors
Il ricavato della vendita di questo libro verrà devoluto al progetto Colors, che sostiene l’integrazione di bambini tunisini e di altre comunità di immigrati in Italia attraverso lo sport.

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