Nonostante i recenti annunci di successo dell’esercito nigeriano nella lotta a Boko Haram continua il terrore seminato dai miliziani della setta. In due distinti attacchi ai villaggi di Shaffa e di Shindiffu compiuti tra mercoledì 24 settembre e giovedì 26 settembre nel nord del paese africano, i miliziani di Boko Haram hanno distrutto un ambulatorio, una scuola per ragazze, bruciato dieci chiese, ucciso un insegnante, un pastore e altre 18 persone.
Mentre le autorità, i politici e l’esercito nigeriano tentano di far mantenere la calma alla popolazione civile e promettono la veloce distruzione della setta di stampo radical-islamico, la popolazione continua a diffidare delle promesse delle autorità e le comunità cristiane minoritarie nel nord della Nigeria continuano ad essere prese di mira da Boko Haram.
Nell’ultima serie di attacchi, i miliziani di Boko Haram hanno ucciso uno degli insegnanti della scuola per ragazze di Shaffa, distrutto la scuola, ucciso il pastore Eliud Gwamna Mshelizza e diversi fedeli e distrutto varie chiese tra cui quella della comunità pentecostale “Living Faith Church”. L’attacco è poi proseguito il giorno dopo al villaggio di Shindiffu. I miliziani sono però stati fermati dall’esercito nigeriano mentre si dirigevano verso il villaggio di Turaku. Nello scontro è rimasta uccisa la maggior parte dei combattenti di Boko Haram.
All’inizio della scorsa settimana l’esercito nigeriano ha annunciato di aver ucciso un sosia del leader di Boko Haram Mohamed Shekau. Secondo l’esercito, Shekau stesso sarebbe morto già da due anni. L’opinione pubblica ha reagito con scetticismo all’annuncio. Da un lato infatti gli atti di terrore compiuti da Boko Haram sembrano aumentare piuttosto che diminuire e dall’altro lato l’esercito ha già annunciato altre volte la morte del leader della setta così come sono risultate false diverse dichiarazioni di successo nella lotta a Boko Haram.
Fonte: comunicato Ass. popoli minacciati