Caso Mihret Afewerki: “Ho paura… non riesco più a chiudere occhio…”
Milano, 25 luglio 2012. Il 23 luglio la polizia ha convocato Mihret, per comunicazioni da parte del Migration Board. Dato che la campagna per la sua salvezza è in corso – ed è una campagna capillare, che ha raggiunto tutte le autorità svedesi e internazionali – potrebbe essere un buon segnale, una risposta pronta da parte del governo di fronte a un caso di evidente ingiustizia.
“Ho paura, non posso più dormire!” ci ha scritto la giovane profuga ed è naturale, perché dopo tante sofferenze in Eritrea, ogni giorno vive nell’angoscia di una deportazione che la ricondurrebbe all’inferno.
Speriamo che il suo incubo termini presto. Il 31 luglio si recherà presso la stazione di polizia e riceverà le notizie che la riguardano.
Ci chiediamo perché, anche nei paesi dell’Unione europea che si dicono progrediti sotto l’aspetto civile, un essere umano innocente e vulnerabile, una giovane donna coraggiosa che ha già sopportato una terribile persecuzione debba vivere con il respiro in gola, sull’orlo dell’abisso. I profughi e le persone deboli sono l’unità di misura della nostra umanità, della nostra civiltà. Pubblichiamo il foglio di convocazione, augurandoci che sia il primo passo verso il riconoscimento dei diritti di Mihret.
Fonte: mail gruppo everyone