Tre giorni di incontri per il Mediterraneo. 34 Paesi rappresentanti, 33 Capi di Stato, Ministri e vertici di Organizzazioni Internazionali, 400 leader dell’economia della politica e della cultura. Con questi numeri, attraverso i dialoghi focalizzati su prosperità, sicurezza, migrazioni, media e cultura e società civile, RomeMed 2015 ha centrato l’obiettivo di creare un momento di confronto franco e di approfondimento sulle sfide e sulle opportunità che provengono dal Mediterraneo.
Nel suo intervento conclusivo il Ministro Gentiloni ha sottolineato che non bisogna ripetere gli errori del passato il che “non significa dimenticare i nostri valori e principi o essere assenti dal Mediterraneo. Il Mare Nostrum non può diventare Mare Nullius”.
Ragionare su un nuovo ordine del Mediterraneo, ricostruire regole minime di fiducia fra gli stati della regione, intensificare gli scambi commerciali ed economici; scommettere su un multilateralismo non solo delle emergenze ma anche delle organizzazioni regionali (l’Unione Africana, Lega degli Stati Arabi Consiglio di Cooperazione del Golfo). Questi le sfide individuate dal Ministro per il futuro del Mediterraneo.
“ Il Mediterraneo allargato deve essere visto come luogo di straordinarie e positive opportunità. I nostri vicini sono i collaboratori del nostro sviluppo futuro e non come minaccia”, ha concluso Gentiloni.
Fonte: esteri.it