Il Mali rischia di precipitare in una crisi “peggiore della Somalia e dell’Afghanistan” e l’Italia “non può non partecipare” all’operazione di addestramento dell’Ue per il proprio impegno nella lotta al terrorismo. Lo ha sottolineato il ministro Giulio Terzi davanti alle Commissioni congiunte di Esteri e Difesa, oggi a Montecitorio, riferendo sugli sviluppi della crisi nel Paese nordafricano, dove si fronteggiano gruppi ribelli.
Rischio condizioni peggiori di Somalia e Afghanistan
“Il Mali – ha spiegato Terzi – sta attraversando una crisi di gravi proporzioni che richiede il sostegno della comunità internazionale affinché non affondi irreversibilmente in uno stato di Paese fallito” che potrebbe precipitare in “condizioni peggiori della Somalia e dell’Afghanistan”. I tempi saranno”sicuramente lunghi” e “senza una piena responsabilizzazione delle forze africane e maliane, difficilmente se ne potrà uscire”, ha poi avverto il ministro.
L’Italia, “impegnata non solo nella lotta al terrorismo, ma anche nella stabilità e nello sviluppo del Sahel, non può non essere parte – seppure limitatamente – di questa operazione” dell’Ue, ha sottolineato Terzi, ribadendo la decisione del governo di inviare dai 15 ai 24 istruttori sui 450 della missione di addestramento, contenuta nel decreto missioni che sarà oggi all’esame della Camera.
Indicazione Parlamento “in sintonia con posizione governo”
Terzi ha quindi sottolineato che l’indicazione del Parlamento è “in sintonia con la posizione del governo”, con “un’ampia condivisione della necessità e urgenza di questa operazione francese-africana e della comunità internazionale”. In ogni caso, il governo intende muoversi con “prudenza, valutando tutte le implicazioni, ma anche con senso di responsabilità nei confronti dei nostri interessi nazionali e dell’Europa”.
Il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola ha osservato che per il Mali “sarebbe utile e possibile un impegno logistico” delle forze armate italiane costituito da “due aerei da trasporto C-130 e un aereo 767 per il rifornimento in volo”, che si aggiungono agli istruttori già previsti dalla missione europea.
L’impegno potrebbe essere di “due-tre mesi” e dovrà comunque essere deciso dal Parlamento, ha puntualizzato Di Paola.
Fonte: esteri.it