Diverse migliaia di Tuareg sono in fuga dagli attacchi aerei sulla regione
Circa la metà dei 25.600 abitanti Tuareg della città di Kidal nel Mali nordorientale sono fuggiti negli scorsi giorni verso l’Algeria. L’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) si è appellata all’Alto Commissariato per i Rifugiati dell’ONU (ACNUR) affinché garantisca che i profughi ricevano accoglienza e protezione in Algeria. L’accoglienza da parte dell’Algeria per i profughi Tuareg purtroppo non è garantita poiché l’Algeria ha chiuso per motivi di sicurezza le proprie frontiere con il Mali.
L’APM teme che la sanguinosa vicenda degli ostaggi nell’Algeria orientale renda ancora più difficile ai Tuareg entrare nel paese nordafricano. Le autorità algerine infatti temono che tra i profughi si possano nascondere anche membri delle milizie radical-islamiche e che questi vogliano entrare nel paese per vendicare la morte dei molti rapitori avvenuta durante il blitz della polizia algerina di ieri. Molti profughi sperano quindi di riuscire a entrare anche illegalmente in Algeria visto che i 1.400 km di frontiera sono difficilmente controllabili e di poter trovare accoglienza a Tamanrasset o in altre città dell’Algeria meridionale.
I Tuareg sono in fuga perché temono attacchi aerei sulle città controllate da diversi mesi dal gruppo Tuareg di matrice islamica Ansar Dine. I civili Tuareg temono anche che l’esercito maliano, una volta riconquistata la città, si possa vendicare su tutta la popolazione Tuareg per le pesanti sconfitte militari dei mesi scorsi. La paura è fondata visto che in seguito alla sconfitta dell’esercito si sono registrate gravi aggressioni nei confronti di Tuareg anche nella capitale Bamako.
La regione montana attorno alla città di Kidal è considerata una possibile zona di ritirata per le milizie radical-islamiche che ora sono in fuga dalle città del Mali settentrionale per sfuggire agli attacchi aerei francesi. La regione attorno a Kidal potrebbe presto trasformarsi nel centro della guerra e la popolazione civile preferisce fuggire già da ora dalla regione.
Fonte: Associazione per i popoli minacciati