L’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) mette in guardia da nuovi rapimenti di collaboratori di organizzazioni umanitarie nel nord del Mali. Qualunque organizzazione umanitaria che accolga l’invito del movimento radical-islamico Ansar-Dine e invia i suoi collaboratori nel nord del paese africano deve essere conscia del fatto che la sicurezza dei suoi collaboratori non potrà essere garantita.
La situazione nel nord del Mali è troppo pericolosa per stranieri e i rapimenti possono essere effettuati da una miriade di movimenti radicali che in modo mirato tentano di prendere ostaggi europei con cui ricattare l’Unione Europea. Secondo quanto appreso dall’APM, i rapimenti non servirebbero solo per ottenere ricchi riscatti con cui finanziare i propri movimenti ma anche per convincere l’Europa a desistere da un intervento armato nel nord del Mali. L’APM quindi non può che consigliare vivamente a rinunciare a qualsiasi permanenza di Europei nelle zone in conflitto.
Secondo diverse notizie apparse martedì scorso, il movimento Ansar Dine si era dichiarato disponibile nei confronti dei mediatori del Burkina Faso a permettere ai collaboratori umanitari internazionali l’accesso alle regioni da loro controllate nel nord del Mali. Da settimane il governo del Burkina Faso è impegnato in un difficile lavoro di mediazione e dialogo tra i diversi movimenti islamici per evitare un intervento militare internazionale. I mediatori vorrebbero soprattutto riuscire a “liberare” il movimento Ansar Dine capeggiato dal Tuareg Ag Ghali dalle pressioni esercitate dai gruppi terroristici Al Qaeda Maghreb (AQMI) e dal “Movimento per l’unicità e il jihad in Africa occidentale ” (MUJAO). Durante le trattative, il movimento Ansar Dine si è sì distanziato da “terrorismo” e “estremismo” ma non si è mostrato disposto a rinunciare alla propria collaborazione con AQMI e MUJAO.
La pericolosità della situazione per gli stranieri è dimostrata anche da quanto accade nel vicino Niger dove lo scorso 4 novembre sono stati liberati cinque operatori umanitari nigeriani rapiti lo scorso 14 ottobre per errore dal MUJAO. Secondo dei testimoni il movimento cercava in realtà degli ostaggi europei. Un sesto operatore originario del Ciad è morto durante il rapimento. Il MUJAO risulta essere particolarmente pericoloso poiché si è già reso responsabile dell’uccisione di alcuni ostaggi, ultimo in ordine cronologico il viceconsole algerino Tahar Touati, ucciso il 3 settembre 2012. Il MUJAO inoltre scambia occasionalmente i propri ostaggi con l’AQMI e non si attiene agli accordi raggiunti con Ansar Dine.
Fonte: email