“Africa, afrocentrismo e religione” – Ricerche sul pensiero africano
di Cesare Caras
Il volume si presenta strutturato in tre grandi parti: la prima, intitolata Una visione antropologica sui fenomeni religiosi, scritta da Marzio Gatti, intende ripercorrere criticamente le principali concettualizzazioni antropologiche relative alla religione, aprendo quindi idealmente la strada agli altri due contributi, maggiormente analitici e specifici. In appendice all’articolo, Marzio Gatti propone rapide schede sugli antropologi che maggiormente hanno contribuito a sviluppare la riflessione sulla religione, in modo da rendere fruibile il testo anche a lettori non specialisti della materia.
Il secondo articolo, autore Luca Bussotti, intitolato Afrocentrismo e religione: universalismi a confronto, mette in luce i rapporti (molto complicati) tra la corrente filosofica afrocentrica e le religioni tradizionali. L’Afrocentrismo è probabilmente la principale e più recente teoria filosofica afro-americana, elaborata da Molefi Kete Asante, sull’insegnamento di C. Anta Diop, che propone una dura critica al modello eurocentrico dominante, aprendo una serie di polemiche, di tipo storico, oltre che filosofico, che stanno ancora monopolizzando il dibattito negli Stati Uniti.
In Italia è uscito un solo libro (edito dall’Harmattan Italia), di carattere sostanzialmente descrittivo, su questa corrente, ma mai è stata avviata una riflessione critica e profonda su un fenomeno che, al contrario, rappresenta un punto di riferimento essenziale all’interno del dibattito culturale internazionale.
Il saggio qui presentato, che pure non ha la pretesa dell’esaustività, è pertanto il primo, in Italia, su tale tema, fatto che rende auspicabile l’apertura di un dibattito sull’Afrocentrismo, contribuendo in tal modo a rianimare gli interessi della cultura nazionale, eccessivamente ancorati a prospettive localistiche o generiche, che non aiutano alla crescita complessiva del paese.
Infine, l’ultimo contributo, scritto da Luca Bussotti e da Laura António Nhaueleque, è incentrato sulla figura di Adalberto da Postioma, missionario cappuccino veneto, la cui vicenda biografica è legata essenzialmente all’Angola, dove ha vissuto per moltissimi anni. Si tratta di un autore, teologo, filosofo e antropologo contemporaneo (è nato nel 1927), estremamente rilevante, sia per la quantità di testi scientifici da lui prodotto, che per la qualità delle sfide che, in quei testi, egli ha posto, soprattutto rispetto al rapporto tra religione rivelata (Cristianesimo) e religioni tradizionali, ma anche tra cultura a africana e cultura occidentale. Sfortunatamente, questa figura, una delle pochissime di nazionalità italiana ad avere riflettuto in profondità su tali temi, è stata quasi completamente dimenticata, sia dai filosofi che dalla stessa Chiesa cattolica, di cui ovviamente faceva parte, tanto che è difficilissimo finanche reperire notizie sulla sua vita e sulla sua attività missionaria.
Ci è così sembrato doveroso inserire questo studio all’interno di un testo il cui fulcro riguarda la relazione tra Africa e Religione: ed anche in questo caso l’auspicio è che si possa trattare di un punto di partenza e non di arrivo, in modo da approfondire ulteriormente l’opera filosofica ma anche quella prettamente missionaria di un personaggio assolutamente originale, che tanto ha contribuito alla tematizzazione e problematizzazione del tema in questione.
In sintesi, quindi, il volume presenta evidenti elementi di originalità, che tutti coloro che hanno contribuito alla pubblicazione auspicano possano diventare materiale di riflessione e di interrogazione sui difficili rapporti tra culture e tra religioni, spesso oggetto di scontro e di sterile polemica, alla cui base, nella maggior parte dei casi, vi è una scarsa conoscenza, dall’una come dall’altra parte, che porta, appunto, ad atteggiamenti di diffidenza e di pregiudiziale rifiuto.
La sfida è perciò quella della conoscenza reciproca, il “mettere le mani in pasta” e “sporcarsele”, facendo emergere tutte le difficoltà del dialogo, ma al contempo dando elementi di comprensione di tali difficoltà, che dovrebbero portare ad atteggiamenti maggiormente tolleranti, su entrambi i lati.
Gli autori
- Luca Bussotti ha ottenuto il PHD nel 2001 in Sociologia dello Sviluppo presso l’Università di Pisa, e dal 2006 è Visiting Professor presso l’Università “Eduardo Mondane” del Mozambico e collaboratore dell’Università “S. Tomás” del Mozambico. Fa parte del Consiglio di Dottorato in Geopolitica dell’Università di Pisa. Ha già scritto diversi libri ed articoli, sia sull’Italia che sul Mozambico, di cui è uno dei massimi esperti nazionali. Fra le sue pubblicazioni (in lingua portoghese) da segnalare quella relativa all’Afrocentrismo, l’unica ad oggi presente nei paesi africani lusofoni.
- Marzio Gatti sta completando il PHD in Antropologia culturale (relatore: prof. Ugo Fabietti) a Milano sulle Chiese pentecostali in Mozambico. È docente di Antropologia culturale presso l’Istituto “S. Agostino” di Pavia e collaboratore, nella stessa area disciplinare, presso la Statale di Milano. È alla sua prima esperienza editoriale.
- Laura António Nahueleque. Giovane studiosa mozambicana, laureata in Studi religiosi presso l’Istituto “Mãe África” del Mozambico e neo-laureata in Filosofia presso l’Università “S. Tomás” del Mozambico, con una tesi (relatore: prof. Luca Bussotti) su Adalberto da Postioma. Ha vinto il primo premio del concorso di prosa di italiano per stranieri nel 2009, indetto dall’Ambasciata italiana a Maputo. Di lei sta per uscire un saggio, raccolto nel libro Dinâmicas da pobreza em Moçambique, curato da Luca Bussotti e António Gaspar, sui rapporti tra religione tradizionale ed etica nella città di Nampula (Nord del Mozambico).
Fonte: 4arts.it