Presentare l’impegno del Governo a favore delle piccole e medie imprese italiane in Libia e le iniziative volte alla ripresa e all’aumento della presenza in Libia di tali imprese: sono gli obiettivi della riunione in programma il 18 ottobre alla Farnesina tra il Ministro Franco Frattini ed il collega dello Sviluppo Economico Paolo Romani e rappresentanti di vertice del mondo imprenditoriale (Confindustria / AssAfrica, Rete Imprese Italia, Camera di Commercio Italia-Libia, ANCE, UnionCamere) e del settore bancario impegnato in Libia (Unicredit, Intesa San Paolo, UBAE, SACE e SIMEST).
La riunione avviene a seguito della visita del Ministro Frattini a Tripoli dello scorso 30 settembre. Gli incontri con le autorità della nuova Libia a Tripoli avevano visto la partecipazione, oltre a Confindustria, di alcune tra le principali imprese italiane (quali Finmeccanica, Salini, Atitech), titolari di contratti in essere o già pronti alla conclusione per attività di immediato impatto rispetto ad alcune emergenze segnalate dal CNT soprattutto in campo infrastrutturale. Si è trattato di una utile occasione per discutere dello status dei contratti e di nuove opportunità.
Alla Farnesina i Ministri illustreranno agli operatori economici medio-piccoli l’azione del Governo per tutelarne e promuoverne gli interessi nonché per presentare le modalità con le quali si intende facilitare la loro partecipazione alla costruzione ed alla ripresa economica della Libia liberata.
Nello scenario Mediterraneo la Libia rappresenta per l’Italia un partner economico fondamentale, per quanto concerne l’importazione di idrocarburi e la produzione energetica, ma anche nel campo delle infrastrutture e, in prospettiva, dell’industria, dell’agricoltura e dello sviluppo turistico, settori chiave nella fase attuale di ricostruzione del paese.
L’impegno in difesa delle popolazioni libiche colpite dalle violenze del regime di Gheddafi, nel quadro dell’azione svolta dalla NATO ha posto l’Italia nelle condizioni di poter mantenere il primato nei rapporti con la nuova Libia.
Fonte: esteri.it