Ci sono dei mercenari kenioti tra i soldati stranieri che stanno aiutando il leader libico Muammar Gheddafi a combattere la rivolta.
La notizia e’ stata confermata giovedì dall’ex capo del protocollo di Gheddafi, Nouri Al Misrahi, in un’intervista alla tv Al Jazeera.
Misrahi ha specificato come Gheddafi sia riuscito ad usare mercenari contro il suo stesso popolo dopo aver perso il controllo delle forze armate libiche.
Alla domanda sulla provenienza e sul modo di reclutamento, il primo paese che ha citato e’ stato il Kenya. Altri paesi sono: Chad, Niger e Mali.
Ha descritto i mercenari come ex soldati senza lavoro e ufficiali arruolati in Libia per soldi.
Lo stesso ha spiegato che questi soldati non sono stati inviati ufficialmente dai propri governi, ma sono stati arruolati direttamente da privati vicini al regime e che sono usati per dare la caccia e uccidere i dissidenti libici dopo che i reparti armati della polizia di Gheddafi e i soldati lo hanno abbandonato “schierandosi col popolo”.
Lo stesso ha anche detto che Gheddafi non ha più fiducia nelle proprie forze armate perché nella maggior parte dei casi si sono rifiutati di obbedire all’ordine di puntare i fucili contro i dimostranti.
“Questi mercenari sono usati contro i libici perché Gheddafi non ha più fiducia nella sua polizia e nei suoi soldati, che lo hanno abbandonato per appoggiare il popolo”.
I mercenari dei paesi africani sono ex soldati poveri e senza fissa dimora, continua l’ex funzionario, che negli anni passati sono stati facilmente arruolati.
Le parole dell’ex alto funzionario libico sono state negate dal governo di Nairobi che ha negato l’esistenza di mercenari kenioti usati per eseguire la brutale repressione di Gheddafi.
C’e’ stata tuttavia l’ammissione che poliziotti in pensione e ufficiali delle forze armate potrebbero essere in Libia al soldo di società private.
La storia dei mercenari kenioti e’ accreditata anche da un militare libico che ha disertato le cui parole sono state riportate dal quotidiano britannico The Guardian classificando il Kenya come uno dei terreni di arruolamento per migliaia di mercenari.
Il maggiore dell’aeronautica Rajib Feytouni ha detto di aver assistito personalmente a un numero tra i 4.000 e 5.000 mercenari arruolati nella base aeronautica e trasportati nella sua base aeronautica a bordo di aerei militari libici dal 14 febbraio, diversi giorni prima dell’inizio della rivolta.
“(Gli aerei) trasportavano 300 uomini alla volta, tutti uscivano armati. Venivano da ogni parte dell’Africa: ghanesi, kenioti,” secondo quanto pubblicato sul Guardian.
I mercenari sono usati dal colonnello Gheddafi per interrompere con la violenza l’ondata di proteste che si sta sviluppando nel paese nordafricano.
“E’ per questo che ci siamo ritrovati contro il governo. Questo e il fatto che c’era un ordine di usare gli aerei per attaccare il popolo,” ha detto il maggior Feytouni nella seconda città più importante della Libia, Bengasi, che e’ caduta in mano ai ribelli.
Il ministro degli esteri George Saitoti ha anche negato le accuse nel suo discorso di fronte alla commissione parlamentare per la difesa che si e’ tenuta ieri.
In parlamento, il vice ministro degli esteri Richard Onyonka ha negato l’impiego di mercenari kenioti per reprimere violentemente i mercenari.
“Le uniche persone in Libia che non sono impegnate militarmente sono gli impiegati delle ambasciate e gli studenti,” ha detto.
Il portavoce del governo Alfred Mutua ha negato di conoscere mercenari kenioti che combattono per Gheddafi.
Fonte: nation.co.ke
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