Libia: diritti umani, quale ruolo nel futuro?

Libia: diritti umani, quale ruolo nel futuro del Paese nordafricano?

Frattini, “la cosa che conta è che la Sharia lasci le libertà anche quella di religione”. Appello dell’Ue alle nuove autorità libiche affinché “rispettino i diritti dell’uomo e i principi democratici’’.

Il presidente del Consiglio nazionale di transizione, Abdel Jalil ha assicurato: i libici sono “musulmani moderati”.

L’ambasciatore libico a Roma, Abdulhafed Gaddur: “La Libia è un paese musulmano, non un paese islamista’’. Cnt annuncia un’inchiesta sulle circostanze della morte del rais.

I diritti umanie più in generale il rispetto delle libertà, anche quella di religione, sono una tappa fondamentale nel processo di ricostruzione, anche istituzionale, della Libia.

Le reazioni, specie nei paesi europei che, come l’Italia, hanno partecipato alla coalizione internazionale voluta dall’Onu e guidata dalla Nato che il prossimo 31 ottobre da deciso la conclusione delle operazioni in Libia,non si sono fatte attendere dopo l’annuncio della reintroduzione della Sharia, fattodal presidente del Cnt, Mustafa Abdel Jalil.

“La cosa che conta è che la Sharia lasci le libertà, la libertà di religione, la libertà di costruire chiese cristiane’’ ha detto il Ministro Franco Frattini che ha aggiunto: “riteniamo che si debbano rispettare le scelte interne di questi paesi, affinché queste scelte non si pongano contro i diritti fondamentali quali la dignità della persona umana o i diritti alla vita. In quel caso avremmo il dovere di farci sentire’’.

Dall’Ue è venuto un appello alle nuove autorità libiche affinché “rispettino i diritti dell’uomo e i principi democratici. Ci aspettiamo che la nuova Libia si fondi sul rispetto dei diritti dell’uomo e dei principi democratici”, ha detto Maja Kocijancic, portavoce del capo della diplomazia europea Catherine Ashton, mentre il portavoce del Quai d’Orsay, Bernard Valero ha detto che la la Francia “vigilerà” sul rispetto dei diritti umani in Libia. “Vigileremo sul rispetto dei diritti umani e dei principi democratici, tra cui la diversità culturale e religiosa e la parità degli uomini e delle donne. Principi ai quali la Francia è strettamente legata”, ha sottolineatoil portavoce.

Non sono mancate le rassicurazioni da parte delle autorità libiche.

Il presidente del Consiglio nazionale di transizione libico, Abdel Jalil che ha annunciato un’indagine sulle circostanze in cui e’ morto il rais, ha detto che i libici sono “musulmani moderati: Voglio assicurare la comunità internazionale che noi libici siamo musulmani moderati”, ha precisato. E a Roma l’ambasciatore libico, Abdulhafed Gaddur ha affermato che la Libia “è un paese musulmano, non un paese islamista. Quando si parla di Sharia significa che può essere la principale base legislativa della nostra Costituzione, è importante per un paese musulmano”.

L’Occidente – ha assicurato l’ambasciatore – non deve temere “un paese che è sempre stato moderato ed è sempre stato musulmano”.

Nella futura Libia “sicuramente ci sarà gran rispetto delle religioni. Sarà il popolo libico a decidere la sua Costituzione che sarà moderna. La Sharia sarà una fonte importante, ma sicuramente ci saranno anche i diritti umani”, ha precisato.

 

 

Fonte: esteri.it

 

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