Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha votato all’unanimità l’imposizione di sanzioni sul regime libico di Muammar Gheddafi per i tentativi di reprimere la rivolta.
E’ stato approvato un embargo sulle armi e un congelamento dei beni mentre il colonnello Gheddafi e’ stato segnalato alla Corte Penale Internazionale per supposti crimini contro l’umanità.
Il presidente statunitense Barack Obama ha detto che il leader libico dovrebbe dimettersi e lasciare il paese immediatamente.
Alcuni rapporti dicono che sono in corso dei colloqui per la formazione di un governo di transizione.
Mustafa Abdel-Jalil – che si e’ dimesso da ministro della giustizia per protestare contro l’uso eccessivo della forza contro i manifestanti – ha detto che un gruppo di persone, sia militari che civili, preparerebbe le elezioni da tenersi entro tre mesi. La dichiarazione e’ stata riportata dal quotidiano libico di proprietà privata Quryna.
Gli ambasciatori libici negli Usa e presso l’ONU hanno espresso il proprio sostegno al piano che e’ stato discusso nella città controllata dai ribelli di Bengasi.
L’ONU stima che più di 1000 persone sono morte mentre il regime del colonnello Gheddafi cercava di reprimere nel sangue la rivolta che dura da più di dieci giorni.
Il World Food Programme ha avvisato che il sistema di distribuzione alimentare e’ “a rischio collasso” nel paese nordafricano, che dipende fortemente dalle importazioni.
Il voto di sabato notte rappresenta il secondo caso di un paese che viene denunciato alla Corte penale internazionale e ed e’ la prima volta che ciò sia stato raggiunto con voto unanime.
Successivamente l’inviato libico presso l’ONU ha detto che le sanzioni daranno “sostegno morale” ai rivoltosi anti-Gheddafi.
“[Le sanzioni] aiuteranno a mettere fine a questo regime fascista che ancora resiste a Tripoli,” ha detto Ibrahim Dabbashi, che ha dichiarato la sua opposizione al colonnello Gheddafi all’inizio di questa settimana.
La delegazione libica all’ONU ha inviato una lettera al Consiglio appoggiando le misure volte a far si che i responsabili degli attacchi contro i civili ne rispondano, comprese le azioni attraverso la Corte Penale Internazionale – che e’ stato uno dei maggiori punti di frizione nella risoluzione.
Gli Usa hanno già imposto sanzioni contro la Libia, e hanno chiuso la propria ambasciata a Tripoli.
L’Australia ha detto che metterà delle sanzioni contro 22 individui vicini al colonnello Gheddafi, impedirà le transazioni finanziarie e la loro entrata in Australia.
Il ministro degli esteri australiano, Kevin Rudd, ha detto che la mossa e’ “passo concreto dell’Australia per sostenere il popolo libico”.
Sabato, uno dei figli di Gheddafi, Saif al-Islam, ha ripetuto che la vita continua normalmente in tre quarti della Libia. Al contrario, le forze anti-Gheddafi dicono di controllare l’80% del paese.
Fonte: BBC