Emergenza sbarchi, premier libico: “La Libia sta facendo quello che può. Abbiamo bisogno del sostegno dell’Europa”.
Salvataggi ma anche incidenti in mare: l’Unhcr accusa la Libia, che apre un’indagine.
Mentre non si arrestano gli sbarchi sulle nostre coste, il primo ministro libico Ali Zeidan ha dichiarato alla stampa italiana che la Libia sta facendo tutto il possibile per far fronte all’emergenza dei barconi che salpano dalle coste libiche.
“La Libia sta facendo quello che può, il Paese è in condizioni difficili. Abbiamo bisogno del sostegno dell’Europa per il controllo delle frontiere, per la preparazione del nostro personale, per il controllo satellitare di questi flussi. È un fenomeno molto più grande della possibilità di un solo Stato, uno Stato di passaggio come in questo caso è la Libia”, ha dichiarato Zeidan in una intervista.
Il Ministro ha sottolineato che la Libia non può da sola risolvere il problema, considerando anche che per ora non esiste una legge che regola il diritto di asilo. “L’asilo politico potrà essere vagliato, ma per ora in Libia non c’è una legge che lo permetta. Usciamo da quarant’anni di regime gheddafiano”, ha spiegato. La Libia però si dichiara disposta a fare la sua parte e a cooperare con gli Stati europei per far fronte all’emergenza. Intanto, la scorsa domenica, una petroliera libica ha soccorso in acque internazionali 174 migranti, in cooperazione con la Guardia costiera italiana, come riporta il Libya Herald.
Non sono però mancati anche casi di incidenti.
L’Alto commissariato delle nazioni unite per i rifugiati (Unhcr), ha accusato la Libia di aver aperto il fuoco contro il barcone pieno di rifugiati siriani e palestinesi naufragato lo scorso venerdì. I sopravvissuti hanno raccontato di essere stati raggiunti dopo due ore di navigazione dalla Guardia costiera libica, che gli avrebbe sparato addosso, danneggiando lo scafo e ferendo 4 migranti, poi salvati con altri 200 dai soccorritori italiani e maltesi. La portavoce dell’Unhcr, Melissa Fleming, ha chiesto spiegazioni al Governo libico, che nella conferenza stampa di domenica, in occasione della visita del premier maltese, ha negato l’accaduto, promettendo tuttavia l’apertura di un’indagine.
(Samantha Falciatori)
Fonte: immigrazioneoggi.it