Da Franco Chittolina
Ne hanno discusso il 22 aprile scorso l’on. Mercedes Bresso, europarlamentare, Adriano Favole, antropologo e Virginia Sabbatini della Caritas di Saluzzo, nel corso del IV “Appuntamento di Cuneo con l’Europa”, promosso dal Comune di Cuneo in collaborazione con APICE.
Poco più di un mese fa, Bruxelles era vittima di sanguinosi attentati che tutti ricordiamo, ma a proposito dei quali restano da scoprire ancora molte cose. Non solo quali ne siano state le dinamiche, le responsabilità e i rischi tuttora incombenti.
E’ importante anche scoprire le cause profonde di quella tragedia se vogliamo impedire che si ripeta, trascinando con sé nel baratro quello che resta dell’Unione Europea, dopo settant’anni di pace su questo nostro continente da sempre in preda alle guerre e a cent’anni dalla follia della Prima guerra mondiale, “suicidio d’Europa”.
E’ anche il momento di avere idee chiare sugli importanti movimenti migratori in corso verso l’Europa, cominciando col rifiutare un amalgama tra migranti e terroristi, cresciuti questi ultimi in casa nostra, con passaporti europei, formati nelle nostre scuole e residenti nelle periferie disastrate delle nostre città.
E fatta questa distinzione e presa coscienza del disagio sociale che cresce in questa Europa in crisi economica e politica, dove non sembra vero dover sentire l’appello alla solidarietà dal Presidente della Banca centrale europea di fronte all’ostinazione tedesca dell’austerità e della non condivisione di responsabilità europee, cercare di capire le dimensioni, i problemi e le opportunità delle migrazioni in corso, consapevoli che non sono un’emergenza ma una vicenda antica che proseguirà negli anni a venire.
Sarà utile avere in mente i numeri dei fenomeni migratori di oggi: ricordarsi che ci sono più migranti nella povera area subsahariana che nella ricca Europa, che ci sono quasi più profughi in Libano, un Paese di poco più di 4 milioni di abitanti, che non nell’Unione Europea con il suo oltre mezzo miliardo di popolazione.
E magari ricordarsi anche che questa Europa che invecchia ha bisogno di nuova linfa e di nuove risorse umane per alimentare la sua economia e il suo sistema di welfare e che molto del nostro futuro dipende dalla vicina Africa. Un futuro che va salvaguardato non solo per la Germania e non dipende solo dalla Turchia del sultano Erdogan al quale concediamo miliardi di euro per arginare i flussi migratori, largheggiando in visti per i suoi cittadini e delegandogli in premio anche la gestione dei diritti dei migranti, proprio a quell’Erdogan che i diritti fondamentali li calpesta allegramente e impunemente.
Al centro di questa nostra riflessione, proposta da Apice in collaborazione con il Comune di Cuneo, soprattutto il tema dell’Europa multiculturale ferita. Ferita certamente a Bruxelles da assassini feroci, ma anche da crescenti derive populiste e xenofobe in altri Paesi UE, da quelli dell’Europa centrale (i Paesi di Visegrad in particolare) a quelli nordici, passando dalla vicina Francia e dall’Austria per diffondersi anche in Italia, come possiamo vedere ogni giorno di più.
Dobbiamo interrogarci infine sull’ Europa multiculturale, non per chiederci se vi ci dobbiamo rassegnare, ma per capire che l’Europa “multiculturale” lo è da tempo, da quando si è andata costruendo nei secoli, “invasioni barbariche comprese”, un piccolo continente (un promontorio dell’Asia, direbbe ancora oggi Paul Valéry) ricco di molti popoli e molte culture, forte di identità plurali e di far valere come unica sua identità quella di aver saputo accogliere e fare convivere al suo interno molte identità. Ha una lunga esperienza di “multiculturalità” l’Europa e ha risorse culturali, sociali ed economiche per promuovere un dialogo interculturale in questa nostra società largamente e irreversibilmente multiculturale.
Fonte:www.apiceuropa.com, migrantitorino.it