Le vere ragioni della guerra in Libia
di Jean-Paul Pougala
Il primo satellite Africano RASCOM 1
È la Libia di Gheddafi che offre a tutta l’Africa la sua prima vera rivoluzione dei tempi moderni: assicurare la copertura universale del continente per la telefonia, la televisione, la radiodiffusione e per molteplici altre applicazioni, come la telemedicina e l’insegnamento a distanza; per la prima volta, diviene disponibile una connessione a basso costo su tutto il continente, fino alle più sperdute zone rurali, grazie al sistema di ponti radio WMAX.
La storia inizia nel 1992, quando 45 paesi africani creano la società RASCOM per disporre di un satellite africano e fare abbassare i costi delle comunicazioni sul continente.
Telefonare da e verso l’Africa presentava allora le tariffe più care al mondo, perché esisteva un’imposta di 500 milioni di dollari che ogni anno l’Europa incassava sulle conversazioni telefoniche, anche all’interno di uno stesso paese africano, per il passaggio delle comunicazioni sui satelliti europei come Intelsat.
In buona sostanza, il satellite africano veniva a costare 400 milioni di dollari da sborsare una tantum, e non bisognava versare ogni anno 500 milioni per avere in affitto i satelliti. Chi è quel banchiere che non finanzierebbe un tale progetto?
Ma l’equazione più difficile da risolvere era: come può lo schiavo affrancarsi dallo sfruttamento servile del suo padrone, sollecitando proprio l’aiuto di quest’ultimo per ottenere la sua liberazione?
Quindi, per 14 anni, la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, gli Stati Uniti, l’Unione Europea avevano fatto baluginare la possibilità del finanziamento e creato illusioni a questi paesi africani.
Nel 2006, Gheddafi mette fine al supplizio del chiedere inutilmente la carità ai presunti benefattori occidentali, che però praticano prestiti a tassi da usura; la Libia apre la strada mettendo sul tavolo 300 milioni di dollari, sono seguite la Banca Africana di Sviluppo con 50 milioni e la Banca dell’Africa Occidentale di Sviluppo con 27 milioni, ed è così che l’Africa, il 26 dicembre 2007, ha potuto gestire il suo primo satellite per le comunicazioni della sua storia.
Su questa scia si sono poste la Cina e la Russia, questa volta cedendo la loro tecnologia e consentendo quindi il lancio di nuovi satelliti, sud-africano, nigeriano, algerino, e la messa in orbita di un secondo satellito africano, nel luglio 2010.
Per il 2020 è prevista la messa in opera del primo satellite frutto al 100% della tecnologia africana, costruito su suolo africano, più specificamente in Algeria. Si prevede che questo satellite sia in grado di concorrere con i satelliti migliori del mondo, ma a costi 10 volte inferiori, una vera sfida!
Ed ecco come un semplice gesto simbolico di un pugno di 300 milioni possa cambiare la vita di tutto un continente. La Libia di Gheddafi ha fatto perdere all’Occidente, non solamente 500 milioni di dollari all’anno, ma i miliardi di dollari di debiti e di interessi che questo stesso debito permetteva di generare all’infinito e in modo esponenziale, contribuendo quindi a mantenere il sistema occulto che sta spogliando l’Africa.
Il Fondo Monetario Africano, la Banca Centrale Africana, la Banca Africana di Investimenti I 30 miliardi di dollari sequestrati da Mr. Obama appartengono alla Banca Centrale della Libia ed erano previsti come contributo finanziario libico idoneo alla costruzione della Federazione Africana attraverso tre progetti chiave:
- la Banca Africana di Investimenti a Sirte, in Libia;
- la creazione nel 2011 del Fondo Monetario Africano con un capitale di 42 miliardi di dollari con sede a Yaoundé, in Camerun;
- la Banca Centrale Africana con sede ad Abuja, in Nigeria, la cui prima emissione della moneta africana firmerà la fine del Franco CFA, [N.d.tr.: la moneta utilizzata da 14 paesi africani, che sono stati colonie francesi], la moneta con cui Parigi mantiene il controllo su alcuni paesi africani da oltre 50 anni.
È quindi comprensibile, e ancora una volta di più, la rabbia di Parigi contro Gheddafi.
Il Fondo Monetario Africano dovrebbe sostituire in tutto e per tutto le attività sul territorio africano del Fondo Monetario Internazionale, che con soli 25 miliardi di dollari di capitale ha potuto mettere in ginocchio tutto un continente attraverso privatizzazioni discutibili, come il fatto di obbligare i paesi africani di passare da forme di monopolio pubblico a monopoli privati.
Perfino gli stessi paesi occidentali hanno bussato alla porta per essere ammessi come membri del Fondo Monetario Africano, e però, fra il 16 e il 17 dicembre 2010 a Yaoundé, all’unanimità gli Africani hanno respinto questa commistione interessata, stabilendo che solo i paesi africani potevano essere membri di questo Fondo Monetario.
Inoltre, risulta evidente che, dopo la Libia, la Coalizione occidentale scatenerà la sua prossima guerra contro l’Algeria, paese che, oltre a detenere enormi riserve energetiche, possiede una riserva monetaria di 150 miliardi di euro.
Ciò che muove la bramosia di tutti i paesi che stanno bombardando la Libia, e che li accomuna tutti, è che sono tutti dal punto di vista finanziario in fallimento, gli Stati Uniti da soli hanno un debito pari a 14.000 miliardi di dollari, la Francia, la Gran Bretagna e l’Italia, ciascuna, quasi 2.000 miliardi di debiti pubblici, quando i 46 paesi dell’Africa Nera hanno in totale un debito pubblico inferiore a 400 miliardi di dollari.
Creare conflitti impregnati di falsità in Africa, nella speranza di trovare l’ossigeno per continuare nella loro apnea economica, cosa che peggiorerà la loro situazione, porterà gli Occidentali a sprofondare nel loro declino, che aveva visto il suo decollo nel 1884, a partire dalla famosa Conferenza di Berlino.
[N.d.tr.: la Conferenza di Berlino sull’Africa negli atti ufficiali si limitò a sancire regole commerciali, umanitarie e, solo riguardo alle coste, di colonizzazione. Su quest’ultimo punto, poi, c’è da considerare che quasi tutti i tratti costieri del continente erano già occupati. Tuttavia, dopo i lavori della conferenza, si fecero strada in diplomazia concetti come la “sfera di influenza da consolidare” e “Hinterland”, idea tedesca per cui una potenza con rivendicazioni sulla costa aveva diritto all’entroterra adiacente. Tali concetti consentirono alla Germania, già durante la Conferenza, di vedersi riconosciuto il Camerun e, poco dopo, le consentì di proclamare un protettorato sul territorio di quella che sarebbe divenuta l’Africa Orientale Tedesca. Da questo momento le varie potenze, ma soprattutto Francia e Gran Bretagna, si contrastarono per la conquista di nuovi territori all’interno del continente africano, ciò che in inglese venne chiamato lo Scramble for Africa (la Corsa per l’Africa)].
di Jean-Paul Pougala, scrittore camerunese, direttore dell’Istituto di Studi Geostrategici e professore di sociologia all’Università della Diplomazia di Ginevra, Svizzera.
Traduzione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova.
Foto: Abode of Chaos, شبكة برق | B.R.Q, StartAgain, Al Jazeera English, Euan Slorach, v i p e z