Roma, 4 ottobre 2013 – “Chiediamo perdono a Rashid, Mohamed, Omar, Moustapha, Angel, Amy… a tutti coloro hanno perso ieri la loro vita nel mare di Lampedusa e che sono già sepolti, da giorni, mesi, anni, nell’immenso ‘cimitero blu’ del Mar Mediterraneo, semplicemente perché erano in cerca dei loro diritti”. Con queste parole Guido Barbera interviene sulla vergognosa ed orrenda tragedia di Lampedusa a nome delle 38 associazioni CIPSI.
“Chiediamo perdono, continua Barbera, per la nostra indifferenza politica di cittadini. Per non aver alzato la nostra voce per evitare e bloccare tutti coloro che, per potere, interessi o altro, hanno permesso alla violenza e alla guerra di sconvolgere la vita di popoli interi. Per permettere ancora oggi che il commercio delle armi, come quello delle materie prime, possa alimentare guerre fratricide senza fine. Chiediamo perdono per una cooperazione che non sa rispondere ai diritti dei popoli e delle persone. Una cooperazione che con l’aiuto rischia di mantenere o costruire barriere e diversità. Chiediamo perdono perché non abbiamo saputo eleggere politici in grado di fare vera politica, non quella dei teatrini di fiducia e sfiducia, ma quella dei diritti e del bene comune, quella che riguarda i problemi reali delle persone, di tutte le persone, a partire dal loro diritto alla vita.
Oggi, non basta sospendere qualche programma televisivo di intrattenimento o annullare una conferenza stampa. È il momento non solo “del silenzio dei Palazzi del potere”, ma di un profondo esame di coscienza di ognuno di noi: cittadino e politico.
È il momento di reagire nel silenzio per chiedere “perdono” e con i fatti per cambiare comportamenti, regole, leggi. Come cittadini. Come Italia. Come Europa. Come comunità internazionale. Tutti, siamo chiamati in causa. Nessuno può e deve rimanere solo nella vita, tra le acque del Mediterraneo o nel costruire la Polis.
Basta con le polemiche, le divisioni e gli interessi, conclude Barbera. Ripartiamo dal silenzio per ricostruire
Fonte: dreamersatwork.org