Ieri sera fino a tardi si poteva sentire la presenza invasiva dei “tutori dell’ordine” alla ricerca di migranti fuggitivi, numerose ambulanza sono intervenute al CIE di c/da Imbriacola.
Nei capannelli dei lampedusani non si parla d’altro che dell’aggressione subita dal pescatore Giuseppe Raffi venerdì scorso; alcuni poliziotti un pò nervosi lo hanno manganellato alle spalle, accortisi poi che era un tranquillo cittadino intento a teleonare, si sono scusati con l’inquietante motivazione che lo avevano scambiato per un clandestino evaso.
Nella popolazione si fa largo, finalmente, la consapevolezza della violenta e costante violazione dei diritti umani dei migranti. Parlando con i pescatori siamo venuti a conoscenza della recente e preoccupante difficoltà delle motovedette della Guardia costiera a raggiungere le acque internazionali; pertanto i soccorsi di riducono, ma non la tragedia dei naufragi, che potrebbero aumentare senza alcun monitoraggio.
Oramai l’ostilità verso la presenza e le ragioni degli antirazzisti si è sfaldata; stanno fiorendo numerose proposte d’iniziative culturali, musicali, sportive interetniche nei prossimi mesi; si sta costuendo un circolo locale dell’Arci ed in attesa della venuta a marzo di Barrot, presidente della commissione europea dei diritti umani,
abbiamo contribuito a far conoscere la significativa esperienza d’accoglienza dei richiedenti asilo da parte di Città Futura e del Comune di Riace e ci adopereremo affinchè venga assunta anche a Lampedusa la prospettiva di “Valorizzare la Solidarietà come risorsa per lo sviluppo locale“.
La lotta dei lampedusani contro la costruzione del CIE è la lotta di ogni antirazzista contro il pacchetto sicurezza, per la chiusura di tutte le galere etniche.
Il popolo siciliano ce l’ha insegnato: Emigrare non è reato!
Fonte: Alessio Di Florio alla mailing list di peacelink