“Un capo di stato africano ha detto: « Gbagbo ha vinto ma i Bianchi non lo vogliono » “. E’ questo in estrema sintesi il contenuto di questo libro di Alain Dogou, ex ministro della difesa del governo eletto sul finire del 2010.
Quando ho letto, sul web, il titolo di questo libro ho subito pensato “ecco un libro che devo recensire”. Questo non tanto perché fa sempre bene parlare dei libri ma perché della storia recente della Costa d’Avorio dovrebbero interessarsi tutti gli abitanti di questo pianeta Terra.
La storia del recente conflitto post-elettorale in Costa d’Avorio non riguarda, o non dovrebbe riguardare, solo gli africani e gli appassionati del cosiddetto continente “nero”. Quella storia dovrebbe riguardare tutti perché è esemplare di ciò che l’Onu e la cosiddetta comunità internazionale sono oggi. Dovrebbe riguardare tutti perché l’Onu, che sulla carta è responsabile per il mantenimento e l’imposizione della pace, in Costa d’Avorio ha preso parte attiva ad un conflitto chiudendo occhi e orecchie sui crimini di una delle due parti e amplificando i crimini dell’altra parte, quella di Laurent Gbagbo e dei suoi sostenitori.
Soprattutto c’è questa considerazione che mi ha spinto a leggere e a recensire questo libro: come può l’Onu e la sua missione in Costa d’Avorio (Onuci) risolvere un conflitto interno ad un paese membro che dura dal 2002 e aggravatosi dopo il secondo turno delle elezioni presidenzali, ricorrendo alle armi invece di indire nuove elezioni o di ricontare i voti? Insomma, come scrive l’autore di questo libro riportando le parole di altri capi di stato e funzionari africani interessatisi alla situazione del paese dell’Africa occidente, il conflitto del 2010-2011 in Costa d’Avorio è stata una questione sovranazionale.
“La mia verità sul complotto contro Laurent Gbagbo” sottotitolo “Contro-rapporto dei risultati della Commissione internazionale dell’ONU sulla crisi postelettorale” è un libro di 153 pagine di Alain Dogou ex ministro della difesa del governo N’gbo eletto a fine 2010.
Si tratta di una testimonianza di parte, come scrive lo stesso autore, in risposta a quella che lui definisce un’operazione politica da parte di un organo (l’Onuci) che avrebbe dovuto interporsi tra le due fazioni politiche rivali.
E’ accaduto tutto il contrario. L’Onuci, seguito tra gli altri dall’Onu, dalla cosiddetta “comunità internazionale“, dall’Unione Africana, dall’Ecowas e dall’Unione Europea, ha appoggiato apertamente il candidato Alassane Ouattara, attuale presidente della Costa d’Avorio.
Dogou inizia il suo volume col capitolo “l’incontestabile vittoria di Laurent Gbagbo al secondo turno delle elezioni presidenziali e la gestione della crisi post-elettorale in Costa d’Avorio“. Primo paragrafo: “La sconfitta della commissione elettorale indipendente e l’illegalità della proclamazione dei risultati provvisori“.
Per tutta la prima parte del libro, l’autore risponde alle accuse che tutti i media mondiali ripetevano continuamente durante la crisi: “Gbagbo ha perso le elezioni ma non vuole lasciare il potere”. Risposta: Gbagbo ha vinto le elezioni ed è stato proclamato presidente della Repubblica della Costa d’Avorio dall’unico organo deputato a questo compito: la Corte Costituzionale. Clamorosa poi la risposta di Ban Ki-Moon, segreteraio generale dell’Onu, all’eletto presidente Gbagbo che aveva proposto ad un certo punto di ricontare i voti: “sarebbe un’ingiustizia per il candidato Ouattara”.
Da questo libro esce fuori un atto d’accusa molto forte innanzitutto contro il rappresentante del segretario-generale dell’Onu in Costa d’Avorio, Choi, che avrebbe dovuto calmare le tensioni politiche invece di favorire apertamente una delle due parti in conflitto: quella di Ouattara.
Al di là dei tecnicismi e delle sottigliezze giuridiche costituzionali di quel paese dell’Africa occidentale, da questo libro se ne ricava un quadro assolutamente fosco delle relazioni internazionali. Prendendo per buono ciò che Dogou scrive, per ottenere il potere basta avere ottimi agganci internazionali e fare quello che il potente di turno vuole. Alla faccia della democrazia, le elezioni non contano nulla.
“La mia verità sul complotto contro Laurent Gbagbo” è stato pubblicato dalla casa editrice francese L’Harmattan nella serie “afrique liberté“.
Piervincenzo Canale
Mi sorgono spontanee due domande: 1) che interesse ha l'ONU a favorire Gbagbo; 2) Perché non sono stati ricontati i voti, così come aveva proposto Gbagbo?
L’ONU ha tutto da perdere, vedete durante i 10anni in cui Laurent Gbagbo fu costretto con il suo guverno a rosichire nella cassa dello stato la Francia perdeva 15% del suo potere financiaria ogni anno gli obbi financiari cioe’ multinazionali non ne parliamo che ne hanno da perdere. Occorre qualquno che non ha a cuore la sorte sociale del popolo Ivoriano. ecco la scelta delle speculatori.
Ricontare i voti?? Rischioso di smontare la tesi, fraudolente dell’ onu per destituire l’avversario così intelligente che a sempre rifiutato di farsi corrompere.