La gerontocrazia affligge il Senegal

Il Senegal è un paese di grandi contraddizioni, la sua popolazione è composta prevalentemente da giovani con una età media che non raggiunge i 19 anni ma è governato dall’ottantacinquenne presidente Abdoulaye Wade, classe 1926, ora al suo secondo mandato.Wade, eletto per la prima volta nell’aprile del 2000, è il terzo presidente del Senegal dopo il raffinato intellettuale Léopold Sédar Senghor e il suo discusso delfino, Abdou Diouf.

La prima elezione di Wade e la sconfitta del partito socialista al potere ininterrottamente dal 1960, fecero nascere grandi speranze di cambiamento.

Negli 11 anni di potere del presidente Wade, la povertà non è stata significativamente ridotta, un terzo della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno e il reddito pro-capite risulta ancora troppo basso, pari a 1.088 dollari USA.

Il Senegal continua ad essere afflitto da alti livelli di disoccupazione, fuga all’estero delle migliori intelligenze e gravissime carenze infrastrutturali che creano problemi di approvvigionamento di energia elettrica.

Il presidente Wade per assecondare la sua passione per le statue colossali di dubbio gusto artistico, è riuscito nell’impresa di fare infuriare sia i cattolici che i musulmani del suo paese. Con l’aiuto di una impresa nordcoreana, è stata realizzata nel 2010 un’enorme statua di bronzo che raffigura un uomo e una donna poco vestiti con un bambino in braccio a simboleggiare la rinascita dell’Africa.

La maggioranza musulmana del paese ha criticato la quasi nudità delle forme umane e la violazione della consuetudine diffusa nella religione islamica di non riprodurre immagini umane per evitare il rischio dell’ idolatria.

La polemica ha investito anche i cattolici definiti dal presidente Wade “adoratori di statue”.

La realizzazioni di statue monumentali ha suscitato in tutto il Senegal proteste contro il presidente Wade, accusato di sprecare risorse pubbliche in un paese martoriato dalla povertà e dalla carenza di infrastrutture.

L’ottuagenario Wade non intende abbandonare la politica e per potersi ricandidare alle elezioni presidenziali del 2012, ha deciso di modificare la Costituzione senegalese, adottata nel 2001, che limita a due il numero dei mandati presidenziali.

Le opposizioni hanno accusato di illegittimità costituzionale la decisione di Wade di ricandidarsi alle presidenziali per il terzo mandato mentre i suoi sostenitori ribattono che si tratta solo del secondo mandato, in quanto durante il suo primo mandato l’attuale Costituzione che limita a due i mandati presidenziali, non era ancora in vigore.

Lo scontro politico in Senegal viene osservato con interesse anche dagli Stati Uniti e dalla Francia che non vedono con favore la ricandidatura di Wade, reo di aver aperto il paese alla penetrazione economica cinese. Al contrario, la Cina sarebbe ben contenta della riconferma dell’anziano presidente, alleato prezioso nella lotta per la supremazia economica nell’area.

 

Carmelo Panassiti

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