Per la cerimonia del capo Mossi ci siamo svegliati alle 5 e qualcosa (del 10 agosto) per prepararci ed assistere alla cerimonia tradizionale dell’etnia piu’ numerosa del Burkina Faso, quella appunto dei Mossi.Arrivati li’, in una larghissima zona piena di verde e con gli alberi posti a ferro di cavallo con la parte alta della U rivolta verso la casa tradizionale del capo Mossi, abbiamo scoperto di avere un largo anticipo perche’ la cerimonia non inizia prima delle 7, 7.30. Niente di grave pero’ perche’ abbiamo conosciuto un gruppo di italiani che stanno girando un film in Burkina Faso su una ragazza, nata in Italia da genitori africani, che va in Africa a visitare il paese di suo padre che lei non ha mai visto.
Il capo Mossi e’ un re e capo religioso allo stesso tempo. Ogni venerdi’ tiene questa cerimonia insieme al suo governo e a tutti i dignitari che arrivano a Waga (abbreviato per Ouagadougou) da tutto il paese e anche dall’estero. Oggi, per esempio, era presente un gruppo di Mossi espatriato in Costa d’Avorio insieme, ovviamente, a tanti altri curiosi, fedeli e turisti.
La cerimonia consiste nell’uscita del re da una casetta tradizionale burkinabe’ in abito rosso. Tutti i membri del suo governo si alzano dal loro posto e si avvicinano per inchinarsi davanti a lui e battere le mani sul terreno. Poi si alzano i dignitari e altri gruppi di persone e fanno la stessa cosa. Tra gli altri gruppi ci sono i capi, ad esempio, delle diverse comunita’ che si possono riconoscere perche’ sono gli unici che portano un cappello rotondo merlettato e di colore tendente al rosso e siedono in un angolo alla destra del re. Il governo, invece, siede davanti al re. In prima fila ci sono i ministri piu’ importanti: il primo ministro, il ministro degli esteri e quello della difesa.
Ad un certo punto il re dei Mossi si alza ed entra dentro la casa. Dopo pochi minuti, prende ed esce dalla casa con un vestito bianco a linee nere. Nella tradizione Mossi, cio’ vuol dire che il re ha messo pace nel suo popolo. Questo viene simboleggiato dal passaggio dal vestito rosso, il colore della guerra, al bianco, il colore della pace.