Il nostro Ewanfoh Peter da Verona ha raccolto i sentimenti, gli atteggiamenti e le speranze degli africani e dei loro figli, che vivono in Italia, sull’elezione di Obama.
L’articolo è stato scritto prima della proclamazione del presidente statunitense, il 20 gennaio scorso.
Nonostante il fatto che questi piccoli figli di migranti africani abbiano vissuto i pochi anni della loro vita nella società italiana senza vedere il colore del suolo africano, senza sapere cosa voglia dire ‘discriminazione’, né conoscere le bassezze della politica, sanno tuttavia che un cambiamento è in arrivo a Washington.
I loro spettacoli preferiti in tv rimangono i cartoni animati e qualche altro tipo di programma per bambini. Tuttavia da quando è iniziata la campagna elettorale di Obama, anche i più piccoli hanno iniziato a vedere i telegiornali come i grandi, e così anche loro conoscono quella parola di cinque lettere: Obama.
Tra l’Italia e gli Stati Uniti d’America ci sono molti chilometri di distanza, ma questi bambini sono consapevoli del fatto che Obama si sta per trasferire alla Casa Bianca.
Coloro che sono disposti a chiedere come mai Barack Obama sia riuscito a conquistare la fiducia di quasi tutti i popoli del mondo, dovrebbero iniziare a chiedere ai bambini come mai ha conquistato i loro cuori.
Alcuni migranti che parlano la lingua del Benin hanno già cambiato il nome Obama in “Oba ma”, cioè “il nostro re” nella lingua del Benin.
Anche alcune anziane donne italiane, vittime di immigrati senza lavoro che le avvicinano cercando di vendere loro articoli per la casa per sopravvivere, devono affrontare l’Obamanizzazione del mondo.
Forse la signora era un po’ stressata dalla crisi finanziaria quando si è girata verso un migrante africano e ha detto: “Grazie a Dio tra poco sarò libera; almeno tuo fratello ha appena vinto le elezioni presidenziali in America. Vi aiuterà”.
La signora Malice Omondi è una donna keniota che vive a Verona. Proviene dallo stesso villaggio del padre di Obama. A proposito dell’inaugurazione dice: “Come donna keniota, l’inaugurazione di mio fratello, il primo presidente nero degli Stati Uniti d’America mi rende molto orgogliosa. La mia voglia di essere presente all’inaugurazione mi sta torturando… come mi piacerebbe essere là … Sappiamo tutti che ciò che lo aspetta sarà molto difficile, ma se ce l’ha fatta a diventare presidente dell’America, sicuramente riuscirà a sistemare le cose. Tutto ciò che faccio è tenere le mie dita incrociate e pregare tantissimo affinché ce la faccia. In fondo è giovane, intelligente e bello e … ops stavo dimenticando: nei suoi geni c’è il Kenya !!!”
Malice non è l’unica ad essere molto emozionata per l’inaugurazione del presidente eletto, Barack Obama. John Legend è uno dei tanti artisti che saranno presenti alla cerimonia al Lincoln memorial. Al Larry King Live sulla CNN ha detto: “per me è la prima volta che vedo un presidente che ha il pieno appoggio di tutta questa folla…” Non stava scherzando perché Washington ospiterà più di due milioni di persone che vorranno assistere dal vivo a questo momento storico.
Obama è un nome che sta iniziando a significare molto per molta gente. Dal Medio Oriente all’Africa, da Washington a Parigi e al resto del mondo.
Ewanfoh Obehi Peter
Foto di: Ewanfoh Obehi Peter