Kenya: elezioni, testa a testa serrato per la presidenza

Questo è il report direttamente dal kenya di Silvio Ferremi sulle elezioni del paese dell’Africa orientale. Il post è stato scritto prima di domenica 3 marzo, giorno delle elezioni in Kenya.

La Campagna per le elezioni in Kenya si è conclusa ieri (Sabato) e domani è il giorno delle elezioni. Oggi i funzionari elettorali hanno eseguito il giuramento d’ufficio, raccolto i loro materiali elettorali per portarli ai loro seggi, dove potranno trascorrere la notte a guardia delle schede. Il campo di calcio di fronte alla Chiesa dell’Esercito della Salvezza, che sarà il centro del conteggio elettorale è riempito con 70 o più matatu (minibus) ed altri veicoli pronti a trasportare i materiali elettorali.

Saranno le prime elezioni presidenziali dopo che le violenze esplose dopo quelle del 2007 hanno rischiato di spaccare il paese. Oltre mille persone rimasero uccise negli scontri scoppiati dopo che Raila Odinga accuso’ di frodi elettorali il presidente Mwai Kibaki. Le violenze cessarono solo nel marzo del 2008 quando Odinga accetto’ un accordo che lo ha reso premier di un governo di coalizione.

I più recenti sondaggi diffusi dai media keniani evidenziano come si sia drasticamente ridotto il divario tra i due principali candidati alle elezioni presidenziali previste il prossimo 4 marzo.

Secondo il quotidiano ‘Daily Nation’, l’attuale primo ministro Raila Odinga otterrebbe il 44,4% delle preferenze, mentre il suo attuale vice primo ministro Uhuru Kenyatta è il preferito del 43,9% degli intervistati.

Entrambi i candidati e le loro coalizioni supererebbero il 25% dei voti più uno richiesto in almeno 24 contee amministrative, ma in base alla nuova legge elettorale keniana poiché nessuno dei due sembra superare il margine del 50%, si profila molto alta la possibilità che i cittadini del Kenya saranno chiamati al ballottaggio, che dovrà svolgersi entro 30 giorni dal primo turno.

Tra gli altri candidati alle presidenziali, l’altro vice primo ministro Musalia Mudavadi otterrebbe il 6,4% delle preferenze, seguito dal parlamentare ed ex banchiere Peter Kenneth con il 2,8% mentre la parlamentare ed ex ministro della Giustizia Martha Karua raccoglierebbe l’1,9%. Tutti gli altri non raggiungerebbero il punto percentuale. (fonte: atlasweb.it)

Il testa a testa

Il testa a testa è tra l’attuale premier Raila Odinga, rimessosi in gioco dopo essere stato battuto quattro anni fa da Kibaki, e il vicepremier Uhuru Kenyatta.

Forte del sostegno della popolazione musulmana, Odinga avrà al suo fianco il vicepresidente Kalonzo Musyoka nella Coalizione per la riforma e la democrazia (CRD). Favorito nelle battute iniziali di questa campagna elettorale, ha però perso moltissimi consensi nelle ultime settimane. Un sondaggio effettuato dopo il primo dibattito presidenziale tenutosi a metà febbraio in diretta televisiva lo vede infatti distanziato di circa sette punti da Kenyatta, dato in netta ripresa sino a sfiorare il 40%.

Figlio di Jomo Kenyatta, leader della lotta per l’indipendenza strappata ai coloni britannici nel 1963, Uhuru Kenyatta corre insieme a William Ruto, con cui ha fondato la coalizione The National Alliance (TNA), nonostante sia accusato dalla Corte penale internazionale di crimini contro l’umanità per presunte responsabilità nei massacri pre e post elettorali di fine 2007. Kenyatta ha però il merito di aver saputo trarre giovamento da questa situazione, raccogliendo attorno alla sua candidatura il sentimento nazionalista e antioccidentale di due delle più grandi comunità etniche del Kenya, i Kikuyu e i Kalenjin.

Fonte: dreamersatwork.net

 

 

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