Nel “Mediterraneo che cambia”, gli eventi degli ultimi mesi riconducibili alla cosiddetta “Primavera araba” ed in particolare ai problemi che accompagnano i flussi migratori, hanno riproposto all’attenzione quest’area che da sempre è considerata prioritaria nella politica estera dell’Italia. C’è una crescente domanda di Italia nel Mediterraneo ma c’è anche l’esigenza che l’Italia avverte di contribuire a risolvere i problemi connessi ai “cambiamenti” nella regione, come quello dei flussi migratori, in un ambito europeo, promuovendo e rafforzando il dialogo euro-mediterraneo.
Il Ministro Giulio Terzi ha ricordato nei giorni scorsi, in occasione di un convegno in Sicilia, che il governo italiano “è già impegnato a promuovere una Strategia dell’Unione Europea per la Macro Regione Adriatico Ionica”.
Tale strategia potrà in futuro rappresentare un “modello di cooperazione con Paesi non membri dell’Unione su temi comuni al nostro mare. Se si rivelerà vincente – ha sottolineato Terzi – lavoreremo per estendere questo modello anche ai Paesi della sponda sud. Anche perché sono analoghi i temi in cui è possibile approfondire la cooperazione intermediterranea: basti pensare a quello dell’ambiente, alla tutela dell’ecosistema”. Il Ministro ha anche indicato come necessario l’avvio, da parte dell’Unione Europea, di negoziati per “accordi di partenariato” con la Libia e l’Algeria e ricordato“l’effetto di moltiplicatore di potenza dei programmi finanziati dall’Ue nel quadro della politica di vicinato”.
Nell’ambito del dialogo euro-mediterraneo vanno inquadrate le problematiche legate ai flussi migratori verso l’Europa e verso l’Italia in particolare, riconducibili alla cosiddetta “primavera araba”.
“In passato, la politica europea nei confronti dei Paesi della regione mediterraneaè risultata largamente inadeguata”, ha detto il Sottosegretario Marta Dassù nel suo intervento alla conferenza “Italia e Mediterraneo nel contesto migratorio internazionale” svoltasi a Roma in occasione della celebrazione della Giornata Mondiale del Migrante e del 60° anniversario dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni.
Il Consiglio europeo del giugno scorso ha riconosciuto la necessità, sostenuta più volte dall’Italia “di uno sforzo europeo congiunto, chiedendo agli Stati membri un impegno concreto per affrontare la sfida”. Impegno che dovrebbe tradursi – ha ricordato il Sottosegretario – “nel rapido avvio di Partenariati di mobilità e sicurezza” dell’Unione Europea con Tunisia, Egitto e Marocco (nonché con la Libia, in un momento successivo), volti a contrastare efficacemente l’immigrazione irregolare, attraverso la promozione dello sviluppo economico e della stabilità in loco, nonché la regolamentazione dei flussi regolari”.
A giudizio del Sottosegretario “l’adozione di un equo sistema di ripartizione dell’onere dell’accoglienza e la definizione di regole comuni per l’asilo costituiscono la cartina di tornasole del tipo di Europa nella quale vogliamo vivere”.
Fonte: esteri.it