I flussi migratori che attraversano il Mediterraneo sono di tale portata, anche in conseguenza della “primavera araba’’, che non è possibile gestirli senza l’apporto dell’Europa.
Bruxelles, cioè, deve dotarsi di una “common regulation” che armonizzi le leggi nazionali in materia e che sia equa nel dividere gli oneri della prima accoglienza tra i vari stati membri. Lo ha detto il Sottosegretario Marta Dassu’ intervenendo alla conferenza “Italia e Mediterraneo nel contesto migratorio internazionale”, organizzata per celebrare i 60 anni di attività dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni.
Dassu’ ha anche sottolineato che “non si possono lasciare soli’’ i Paesi dai quali provengono i flussi migratori e va perseguito “il contrasto dei traffici di immigrati mediante accordi più stretti con i Paesi di origine e di transito dei clandestini’’.
“Queste azioni di contrasto del fenomeno – ha aggiunto – devono essere implementate anche attraverso un’assistenza preventiva a questi Paesi, per farli crescere produttivamente’’. Favorire la piena integrazione degli immigrati regolari nel tessuto sociale italiano è un altro obiettivo del Governo, ha spiegato il Sottosegretario, precisando come si debba puntare innanzitutto sul loro inserimento nel mondo del lavoro.
La conferenza è stata anche l’occasione per presentare il primo “Rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione”, della Fondazione Moressa, patrocinato dall’OIM e dal Ministero degli Esteri.
Nel suo intervento il Sottosegretario Dassù ha ribadito come le giovani famiglie di immigrati siano già una risorsa fondamentale per lo sviluppo e l’economia del nostro Paese, perché contribuiscono per il 12% al PIL italiano. In particolare, ha ricordato, gli immigrati costituiscono circa il 10% della forza lavoro, il 6,5% della classe imprenditoriale. Inoltre, l’8% dei contribuenti è straniero con redditi dichiarati pari al 5%.
“Queste percentuali delineano il quadro della società e dell’economia italiana che sta cambiando”, ha notato il Sottosegretario, rilevando che “una società in cui, per effetto di un’Italia sempre più ‘aging’ gli immigrati stanno assumendo, sempre più, un ruolo importante per lo sviluppo economico del nostro Paese”.
Fonte: esteri.it