Unione Europea e Africa occidentale hanno fatto un “passo in avanti” nel dialogo sulle politiche migratorie. Lo ha detto il Ministro Paolo Gentiloni, annunciando la firma della “Dichiarazione di Roma” tra i 28 Paesi dell’Ue, Svizzera e Norvegia, e 27 Paesi africani.
Accordo nel quadro del ‘Processo di Rabat’
L’accordo, nel quadro del Processo di Rabat, iniziato nel 2006, poggia su “quattro pilastri”, ha spiegato Gentiloni, in occasione della IV Conferenza ministeriale euro-africana su migrazione e sviluppo; “il nesso tra migrazione e sviluppo, la cooperazione tra Ue e Africa sulla prevenzione dell’immigrazione illegale, la cooperazione sull’immigrazione legale e la protezione internazionale”.
L’immigrazione, ha sottolineato il titolare della Farnesina, “non riguarda soltanto le iniziative umanitarie ed il controllo delle frontiere, ma passa anche attraverso la cooperazione economica” con i Paesi della sponda sud del Mediterraneo.
27 novembre – Processo di Rabat – IV Conferenza ministeriale euro-africana su migrazione e sviluppo
Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ed il Ministero dell’Interno ospitano a Roma, il 27 novembre, la quarta Conferenza ministeriale euro-africana sulla migrazione e lo sviluppo nel quadro del cosiddetto “Processo di Rabat”. Il Processo di Rabat è un foro di dialogo regionale tra l’UE ed i Paesi dell’Africa occidentale, centrale e mediterranea sui temi migratori. E’ nato nel 2006 su impulso di Spagna, Francia e Marocco al fine di affrontare le sfide poste dalle migrazioni lungo la rotta migratoria Africa Sub-Sahariana–UE, secondo un approccio di responsabilità condivisa tra Paesi d’origine, transito e destinazione dei flussi migratori. 58 Paesi fanno parte del Processo (tutti gli Stati membri dell’UE, Norvegia, Svizzera e 28 partner africani, con l’Algeria in veste di osservatore.
Politiche migratorie
La Conferenza del “Processo di Rabat” rappresenta uno degli eventi chiave del semestre di Presidenza italiana del Consiglio Ue nel settore delle politiche migratorie e si inserisce in un più ampio quadro di eventi che si svolgeranno negli stessi giorni e che prevedono anche una riunione congiunta dei Ministeri degli Esteri e dell’Interno dei Paesi Ue (la sera del 27 novembre) e la I Conferenza Ministeriale del Processo di Khartoum (il 28 novembre), nuovo foro di dialogo migratorio con i Paesi dell’Africa Orientale, nato sotto l’impulso della Presidenza italiana.
“Dichiarazione di Roma”
In occasione della Conferenza verrà adottata una dichiarazione politica (“Dichiarazione di Roma”), cui sarà allegato il “Programma di Roma” che definirà il quadro operativo del Processo di Rabat nel prossimo triennio. I contenuti del Programma di Roma rispondono ad una strategia globale e multidimensionale strutturata su quattro pilastri: migrazione legale/mobilità; migrazione irregolare e contrasto al crimine organizzato ad essa collegato; nesso tra migrazione e sviluppo; protezione internazionale.
I 28 partner africani
Algeria, Benin, Burkina Faso, Camerun, Capo Verde, Ciad, Congo, Costa d’Avorio, Egitto, Gabon, Gambia, Ghana, Guinea, Guinea Equatoriale, Guinea-Bissau, Liberia, Libia, Mali, Marocco, Mauritania, Niger, Nigeria, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Senegal, Sierra Leone, Togo, Tunisia
Fonte: esteri.it