“Il valore della mia arte non è di mercato ma è sociale”. Così l’artista Ibrahim Mahama in un’intervista pubblicata su jeuneafrique.com.
L’artista ghanese, che con la sua The Memory of Love sarà al Frac dei paesi della Loira in Francia fino al 2 ottobre, si è detto “depresso alla sola idea di dover viaggiare tutto il tempo”. Mahama, infatti, ha eletto la sua città natale, Tamase nel nord del Ghana, la base per tutte le sue attività e, soprattutto, per l’opera della sua vita: il Savannah Art Centre for Contemporary Art (https://www.sccatamale.org/) – si legge su Jeune Afrique.
“Ho necessità che si viva tutti insieme, nelle stesse condizioni. Impossibile per me vivere altrove e avere accesso a più comfort e beni. Siamo tutti nella stessa situazione. Devo restare per capire questa precarietà e cercare di fare in modo che le cose cambino”, ha detto Mahama.
Nell’articolo del giornale panafricano, l’artista ghanese spiega anche le sue origini, il sostegno ricevuto dalla sua famiglia per la sua formazione artistica e il fatto che nel paese africano molte famiglie “inviano i più deboli a studiare l’arte” anche se sono intelligenti e hanno del potenziale.
“E’ solo – dice Mahama – che molti hanno paura perché l’arte è vista come qualcosa che fanno i pazzi. Invece noi abbiamo solo un modo diverso di vedere le cose. Mi auguro che il mio lavoro possa servire d’esempio per incoraggiare le persone e lasciare che i loro figli studino materie artistiche e aprire il loro sguardo sulla società”.