Il 10 dicembre è la giornata internazionale dei diritti umani, in occasione dell’adozione nel 1948 della “Dichiarazione universale dei diritti umani” da parte dell’Assemblea generale dell’Onu. Questa giornata non deve restare solo un ricordo ma deve essere un invito all’azione.
Vogliamo ricordare i diritti violati di un popolo troppo spesso dimenticato: i sahrawi. Si è appena concluso, dopo 38 giorni, nella prigione marocchina di Salé uno sciopero della fame di 21 dei 23 detenuti sahrawi, arrestati a seguito del loro coinvolgimento nella costruzione del “Campo della dignità” nell’ottobre-novembre 2010 a Gdeim Izik, nei pressi di El Aiun, la capitale del Sahara Occidentale occupato dal Marocco. Si è trattato della prima espressione della “primavera araba”, dove i cittadini sahrawi hanno creato uno spazio di libertà per affermare il diritto ad avere un futuro. L’esperienza è stata soffocata brutalmente dall’intervento dell’esercito marocchino.
I detenuti sahrawi di Salé chiedono di essere liberati o un giusto processo. Ma in totale sono oltre ottanta i prigionieri politici detenuti nelle carceri marocchine. Dobbiamo chiedere la loro immediata liberazione e far sentire loro il nostro sostegno e la nostra solidarietà (visitate il blog dell’ANSPS: http://blog.libero.it/sahrawiliberi/ ). Dobbiamo esigere la fine delle continue violazioni dei diritti umani dei sahrawi che vivono sotto occupazione marocchina. E’ una situazione che dura da troppo tempo, e nei Territori occupati malgrado la nuova Costituzione in Marocco, che pure afferma il principio dei diritti umani, e le recenti elezioni, non è cambiato nulla.
All’origine di tutto ciò è la violazione di un diritto fondamentale, quello all’autodeterminazione, non a caso affermato dal comune art. 1 dei due Patti internazionali del 1966 che hanno affermato da una parte i diritti civili e politici, e dall’altra i diritti economici, sociali e culturali. Il popolo sahrawi è in attesa da troppo tempo, da quando nel 1975, proprio di questi giorni, la sua libertà venne soffocata sotto i bombardamenti dell’aviazione marocchina. Il sogno di libertà e dignità non è però svanito, come dimostra la resistenza quotidiana all’occupazione straniera. Non dimentichiamola, resistiamo anche noi all’indifferenza.
Fonte: comunicato stampa ANSPS – Associazione Nazionale di Solidarietà con il Popolo Sahrawi