Conakry (Guinea – Africa occidentale) – I beni di prima necessità in Guinea sono sempre più cari e l’aumento del prezzo della benzina non rende ottimisti. E’ questo il risultato di un’inchiesta dell’agenzia d’informazioni panafricana APAnews.net (Agence de presse panafricaine).
La situazione è molto grave a causa del probabile aumento dei prezzi di vendita al dettaglio della benzina “per adattare i costi ai prezzi dei mercati internazionali”. Tutto ciò esaspera la popolazione.
Le emissioni delle radio private e della RTG (Radio Télévision Guinéenne) dedicate all’economia sono da qualche giorno le più seguite perché danno l’occasione a chi partecipa di denunciare con la propria voce l’esagerata impennata dei prezzi.
Da alcune settimane, tutti i prodotti di prima necessità, che sono quasi tutti importati, hanno fatto registrare forti aumenti dei prezzi.
Ad esempio, se una settimana fa un pacco di riso profumato di 50 kg costava 150.000 FG (Franchi della Guinea) (quasi 22 euro), oggi viene venduto a 260.000 FG (circa 38 euro). Un pacco di riso cinese da 50 kg è passato da 120.000 FG (17,50 euro) a 150.000 (21,90 euro). Un chilo di zucchero è passato da 2.500 FG (0,36 euro) a 4.000 FG (0,58 euro) e il pane da 1.200 a 1.500 FG (da 0,18 a 0,22 euro).
Il pesce e la carne sono aumentati rispettivamente da 4.000 a 6.000 FG (da 0,58 a 0,88 euro) e da 14.000 a 15.000 (da 2,04 a 2,20 euro).
L’unico prodotto che non costa di più è il riso locale, chiamato “barabara”, che continua ad essere venduto a 3.600 FG al chilo (0,53 euro) o a 180.000 FG per il sacco da 50kg (26,30 euro).
Per alleviare questa crisi dei prezzi c’è chi propone agli abitanti della Guinea di cambiare abitudini alimentari: non più riso che è importato, ma cibi coltivati in loco.
Fonte: APAnews.net