Sabato sera Mohamed Alpha Conde’ e’ stato rieletto Presidente della Guinea al primo turno con il 57,8% che gli ha consegnato la maggioranza assoluto del paese. Il suoi avversario Dalien Diallo si è fermato al 31,4%.
Un risultato a dir poco sorprendente nonostante che Condè fosse il grande favorito. Cinque anni fa gli stessi contendenti andarono infatti al ballottaggio e Dalien Diallo fu sconfitto per una manciata di voti.
Oggi il potere del primo cittadino guineano è cresciuto e tranne in poche roccaforti ancora in mano ai partiti di opposizione il voto è tutto dalla sua parte. Mohamed Alpha Condè è stato per vent’anni il più acerrimo nemico dei dittatori che hanno governato la Guinea e si è imposto alle prime elezioni libere che si sono tenute nel 2010.
Prima dello scrutino il suo avversario più temibile, erano in sette in corsa per le presidenziali, si era già ritirato per protestare contro la Ceni, la Commissione Elettorale Nazionale Indipendente, che secondo lui non era affatto indipendente. Ma in realtà tutta l’opposizione ha più volte chiesto l’annullamento del voto, ma non ci sarà appello alla Corre Costituzionale ritenendola troppo vicina al Presidente e per questo motivo solo un passaggio a vuoto.
A Conakry regna una calma irreale, non ci sono manifestazioni né di gioia né di protesta per volere dei partiti. L’opposizione non accetta il voto ma al momento non è scesa in strada anche se si riserva di manifestare la propria opinione con manifestazioni organizzate.
Il responsabile Onu per l’Africa occidentale è arrivato sabato scorso in Guinea per invitare alla calma e per il momento sembra che l’appello di questo alto funzionario delle Nazioni Unite stia funzionando.
Gli osservatori internazionali inviati dall’Unione Europea, nel gruppo anche due italiani, non hanno invalidato le elezioni ritenendo rispettate le regole basilari della democrazia.
L’equilibrio resta precario visti anche i morti provocati dagli scontri durante la tiratissima campagna elettorale che ha preceduto queste elezioni.
Il lanciatissimo e rieletto Presidente Condè ha già snocciolato i suoi primi propositi e ora punta alla riforma dell’esercito e della giustizia oltre che alla riorganizzazione dei contratti minerari puntando sulla trasparenza. Se regnerà la pace la Guinea sarà uno stato di riferimento in un’area turbolenta, ma s’e prevarrà la violenza sarà un domino pericoloso per i paesi confinanti.
Matteo Giusti