L’Africa si urbanizza sempre più velocemente, si assiste al fenomeno dell’afflusso di popolazione verso le capitali con 54 città africane che hanno superato il milione di abitanti. Oggi, il 38% degli africani vive in città ma tra 40 anni l’Africa non sarà più un continente rurale, circa i due terzi della popolazione vivrà nelle città.
Purtroppo, le infrastrutture urbane sono ferme agli anni ’70, interi quartieri sono cresciuti senza elettricità, strade e servizi igienici. Negli slums a causa della estrema povertà, si diffonde la criminalità.
Risulta evidente la necessità d’investire nelle infrastrutture delle città africane. Per tenere il ritmo della crescita delle città, occorrono grandi investimenti anche per costruire nuove abitazioni. I paesi africani non dispongono delle necessarie risorse finanziarie e neppure i nuovi amici cinesi saranno in grado di garantire questa mole d’investimenti.
Un ruolo importante potrebbe essere svolto dagli investimenti privati.
Gli investitori privati a differenza degli aiuti economici provenienti dagli stati più ricchi richiedono maggiori garanzie, quali quelle di ripagare il proprio investimento, realizzare profitti e un premio per il maggior rischio affrontato, dato che investire in Africa presenta maggiori rischi rispetto alle altre parti del mondo.
I paesi africani per attirare maggiori investimenti privati dovrebbero evitare l’instabilità politica e garantire agli investitori un quadro giuridico di maggiore affidabilità evitando di cambiare gli accordi economici in corso d’opera.
Carmelo Panassiti
(Tratto dall’intervento di Jean Peter Breitengross, Presidente della German-African Bussiness Association)
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